Amministrazione condivisa. Un prezioso lavoro preparatorio per arrivare a questa scelta di condivisione.
Raccontata in tre fasi:
1 – la prima, quella della condivisione della scelta, della formazione e della costruzione delle basi di linguaggio e di forma necessarie per dare avvio al percorso;
2- la seconda, per proporre, imparare, osare nuove e creative visioni insieme alla comunità;
3 – la terza, in cui crescere, confermare la scelta e iniziare a sperimentare.
Siamo al nostro “12 ° compleanno ” e sono davvero molte le cose che abbiamo ancora da raccontare e le riflessioni che vogliamo condividere.
Insomma, siamo qui a fare con tutti voi un bilancio generale di questa esperienza, dal punto di vista della sensibilizzazione, nonché un ragionamento su quali siano stati i vantaggi che il Comitato spontaneo ha potuto avere dall’aver intrapreso questa strada (e, come vedrete, sono davvero molti e viaggiano in profondità), ma anche su quali sono i miglioramenti che possiamo ancora costruire insieme.
Per una comunità (cittadini, amministratori, associazioni, imprese, funzionari pubblici, enti e quanti altri la compongono) avere a disposizione il Regolamento per la cura e gestione condivisa dei beni comuni significa avere uno strumento amministrativo e operativo per superare un’esperienza di collaborazione e trasformarla in una esperienza strutturata e continuativa di cura condivisa.
Si passa, dunque, dall’attivazione (più o meno occasionale) all’espressione generativa della cura verso gli altri e verso il proprio territorio, un passaggio fondamentale e delicato per riconoscere l’importanza della comunità e iniziare a sentirsi parte, riconoscendo e avendo lo spazio per esercitare il proprio ruolo agente.
Perché questo avvenga, il/la cittadino/a attivo/a, così come ogni altro/a componente dell’alleanza, deve essere nella possibilità di camminare su questa strada collaborativa, di comunione, e di vedere e apprezzare il tragitto fatto insieme. Si deve passare cioè dalla convinzione e dalla consapevolezza della “buona azione” a quella della “capacità di trasformazione”, a quella del prendere forma in un’altra dimensione che è quella comunitaria. Questo prendere forma e quindi formarsi e con-formarsi è l’elemento di vera rivoluzione del nostro attuale sistema.
Diversamente da quanto può richiamare l’associazione lessicale al termine “conformismo”, il riconoscersi in un’entità plurima non è l’appiattirsi ad un modello unico di stile di vita ma un continuo stimolo ad accogliere ciò che è altro o diverso da sé, una continua sfida al cambiamento, all’innovazione, all’evoluzione.
È ciò che ci mette personalmente in sicurezza perché, come gli atleti che si preparano per le loro sfide sportive, così come cittadini siamo allenati alle continue trasformazione che la vita e il mondo ci pongono e ci offrono.
Amministrare in modo condiviso modifica quindi le prassi, crea alleanze che migliorano i servizi e la qualità della vita di una città, promuove il confronto e la collaborazione sulla costruzione dei percorsi.
Poi, più in profondità, trasforma e nutre l’anima di una comunità, se questa è pronta e disposta a farlo.
Fare squadra – perché pensiamo che sia l’unico modo per crescere insieme, muovendosi su asset quali quello dell’esperienza, della competenza e del territorio.
“da ogni crisi, nasce un’opportunità”, siamo alla ricerca di un modo nuovo che ci permetta di raggiungere gli obiettivi.
l progetti nascono dalle idee di affrontare problemi reali con iniziative attive ed atteggiamento positivo - proattivo - collaborativo.
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