beni comuni per una società della cura . . .

La partecipazione dei cittadini in funzione di una società più inclusiva che risponda a nuovi bisogni e generi forme di democrazia attiva -amministrazione condivisa come possiamo coadiuvare questo sforzo che nasce dall’orgoglio di cittadini attivi.

 Esiste un filo che tiene insieme queste parole, con cui è possibile disegnare una nuova concezione della vita associata, una nuova idea di comunità. Naturalmente non si tratta di un mondo perfetto, né di una soluzione esclusiva, ma di una prospettiva nuova e creativa che nella complessità della società contemporanea riesce a tracciare una rotta nel mare dell’incertezza per aprire l’immaginazione sociale a nuove frontiere.

La cultura è forse il terreno ideale su cui costruire questo nuovo stato di fatto perché predispone al dialogo, premessa di fertili contaminazioni alla comprensione reciproca e alla nascita di un nuovo punto di vista “culturale” condiviso. Dalla cultura ai beni comuni il passo non è lungo. I beni comuni sono beni necessari per la soddisfazione dei diritti fondamentali delle persone e sono estranei a logiche mercantili; quelli immateriali, poi, rispondono a necessità ancora più profonde che hanno a che fare con la natura delle persone. Più in generale, il prendersi cura dei beni comuni, che si tratti di un parco o di altro ha a che fare con “il nostro essere cittadini”, attivi e responsabili. Quello culturale è quindi un bene che trova inizialmente la propria ragion d’essere nella comunità territoriale, perché ne esprime l’identità, tende poi ad attraversare le generazioni e a trascendere la materialità del bene, sfumando oltre i confini fisici e politici in un’idea più astratta e universale di cultura, in cui si rispecchia l’umanità intera.

Il tutto risiede nella capacità di mobilitare, comporre e coordinare le iniziative e le azioni che maturano e sorgono dalla base sociale in forma di partecipazione (volontariato e attivismo civico) alla cura dei beni comuni e che prendono forma in contesti comunitari ad alta intensità relazionale e promiscuità culturale. In una società plurale, la sussidiarietà regola l’interazione sociale tra individui, gruppi e istituzioni in funzione di un interesse generale – mediando bisogni individuali e collettivi – sulla base del principio di autonomia e di corresponsabilità.

Dobbiamo quindi individuare quelle attitudini e quegli schemi che trasformino o creino situazioni diverse dalle attuali assumendo un atteggiamento, presente, attivo e consapevole.

Formare un team e riuscire a lavorare in armonia con persone nuove migliora il clima di lavoro e di conseguenza aumenta i vantaggi anche in termini di produttività.

L’innovazione sociale insegna ! a fare la differenza non è la natura ma la scala delle sfide che si vogliono affrontare e rispetto alle quali misurare la capacità di apportare cambiamenti positivi e duraturi che fondino, o contribuiscano a fondare, un nuovo sistema.

Da soli non ci si salva !!     

con il buonsenso possiamo costruire le condizione per condivisione e meritocrazia.      

           accelerare l’innovazione e sviluppare Il buon senso

Cerchiamo volonterosi per costruire un pezzo di mondo migliore, una piccola Comunità impegnata ad inventare nuovi modi di pensare, abitare e vivere, aprirsi al lavoro produttivo.Abbiamo idee e progetti ! da proporre ! 

Creare una squadra di persone curiose, creative ed intraprendenti che prima di tutto vogliono scoprire il mondo e fornire le migliori risposte ai problemi che incontrano.

CURIOSI - CREATIVI - INTRAPRENDENTIATTIVI NEL REALIZZARE

Dalle visioni alle strategie, dalle strategie ai progetti - alle realizzazioni.

Organizzazione no profit :

– tel. mobile 347-4629179  e-mail : comitato@trazzeramarina.it

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