fare sistema I^ parte

Per migliorare la competitività in qualsiasi settore la scelta giusta è “fare sistema”. Una formula quasi “magica” considerata in grado di risolvere rapidamente (e magicamente, appunto) ogni problema e’ ridare la giusta collocazione al settore che decide di intraprendere questa pratica nello scenario locale nazionale ed internazionale.

Pur condividendo il suggerimento mi chiedo però se gli operatori dei settori (amministratori pubblici, imprenditori, associazioni di categoria, pro loco, manager, consulenti, ecc.) abbiano una visione unitaria e condivisa di cosa significhi “fare sistema”.
La risposta è sicuramente no; non siamo in presenza di alcuna logica di sistema. Anzi !!

Nonostante lo scenario competitivo sia caratterizzato da grande complessità, dal costante arrivo di nuovi competitors, da consumatori sempre più esigenti e attenti alle “promesse”, da una forte richiesta di personalizzazione del servizio, dal massiccio utilizzo (a tutti i livelli) delle nuove tecnologie e malgrado le dichiarazioni d’intenti in senso opposto, -ad esempio-  gli operatori turistici continuano ad apportare al loro “fare turismo” pochi e limitati correttivi, spesso scarsamente efficaci.

In effetti, per molti anni e, in qualche caso, ancora oggi, gli operatori italiani hanno vissuto di rendita sulle bellezze che la natura e le generazioni passate ci hanno regalato, hanno accumulato profitti significativi, aumentato le proprie dimensioni, conquistato e mantenuto posizioni di leadership.
Tuttavia questi risultati sono stati possibili in epoche in cui i mercati presentavano dinamiche di crescita regolari o facilmente prevedibili, lo sviluppo delle tecnologie applicate erano lente, la domanda di servizi personalizzati era scarsa, la competizione era concentrata in pochi mercati.
Non appena il tasso di cambiamento “a tutti i livelli” ha cominciato a crescere il sistema è entrato in crisi e hanno cominciato ad emergere progressivamente i “sistemi turistici” meglio organizzati, dotati di una forte identità, più flessibili nell’interpretare i nuovi scenari che si andavano delineando sul versante della domanda di turismo (anche se sarebbe più corretto parlare di “turismi”).
I sistemi turistici oggi vincenti sono invece quelli che hanno meglio operato per creare un forte legame con il territorio (“agire localmente - pensare globalmente”), che hanno adottato efficaci e innovative strategie di marketing e comunicazione, che hanno abbandonato la logica autoreferenziale per porsi un’unica domanda: “Cosa vuole, cosa si aspetta, il turista nomade e infedele del terzo millennio?”

Viste queste premesse qual’è la logica strategica, organizzativa e gestionale, che dovrebbe consentire alle imprese italiane di fare “realmente” sistema e di introdurre elementi di creatività e innovazione per aumentare la propria competitività?
Tenendo presente che per il singolo operatore (sia esso pubblico o privato, profit o non profit) è sempre più difficile acquisire e accrescere le proprie capacità competitive in modo autonomo (sia in quantità che in qualità) e in presenza di una domanda che, come abbiamo già visto, rivendica con forza crescente, personalizzazione, creatività, responsabilità, autenticità, rapporto qualità/prezzo, infrastrutture, sostenibilità ambientale, ecc.
Una domanda che richiede, in altre parole, un “sistema” che funzioni nella sua globalità e non solamente un singolo operatore, un singolo segmento, una singola prestazione.
Il turista è oggi molto esigente e non si accontenta più di trovare una personale e parziale risposta al caos organizzativo, ma ricerca un servizio efficace ed efficiente a 360°.
Un servizio fatto sì di cultura (frutto di un lascito eccezionale ma di un restituito sicuramente non all’altezza), paesaggio (sempre meno) ed enogastronomia (dove continuiamo a farci del male con le contraffazioni e la scarsa tutela dei prodotti tipici), ma anche di incontro, di accoglienza, di emozione, di relazione con la comunità. Ecco perché il centro del sistema deve essere il “turista in carne e ossa” e non il turismo erroneamente inteso e vissuto esclusivamente come sistema dell’offerta, con tutte le sue legittime aspettative, ma anche con tutte le chiusure, le rigidità, i conservatorismi, la scarsa cultura d’impresa, l’immobilismo refrattario a ogni cambiamento e innovazione.

Per vincere la sfida della complessità e della competitività è quindi necessario fare sinceramente e con determinazione “sistema”.
Ma come si fa a “fare sistema”?
Uscendo dalla formula magica, le chiavi fondamentali del nuovo paradigma sono essenzialmente due.
Da una parte, creare un elevato numero di interazioni e una forte collaborazione tra tutti i soggetti che possono contribuire al processo di costruzione, comunicazione e vendita del prodotto turistico.
Dall’altra, l’impiego collettivo delle esperienze e delle conoscenze acquisite per sfruttare localmente e rapidamente le opportunità di business che si presentano a livello globale.
La direzione da prendere con determinazione è quella della costruzione di un sistema a rete in cui il focus si sposti dalla semplice e occasionale collaborazione e/o transazione economica, a una più ampia partnership finalizzata alla competizione di sistema o di territorio.

 Quanto fatto finora non è infatti sufficiente; la pressione competitiva richiede un ulteriore e concreto passo in avanti. Fare sistema significa infatti pensare all’offerta turistica in modo globale, integrato e, soprattutto, con una nuova capacità organizzativa.
Nel “sistema” i singoli soggetti mantengono la propria autonomia gestionale ma sono “tenuti insieme” da uno schema organizzativo e da una fitta rete di legami e di relazioni che consente loro di muoversi e di agire come se fossero un’unica impresa.
Il sistema non è quindi una semplice aggregazione informale di imprese e soggetti (vedi gli ormai obsoleti club di prodotto, i consorzi di promozione turistica, ecc.). Ogni singolo attore (sottosistema) persegue con determinazione e con la cultura d’impresa che gli è propria gli obiettivi prefissati, ma è in grado di allinearsi – con tutti o con una parte dei componenti il sistema – per perseguire obiettivi strategici comuni.

Fare sistema non significa quindi “copiare” gli altri; non significa utilizzare le relazioni per “controllare” i concorrenti; non significa “aggregarsi” per strappare qualche contributo pubblico in più; significa guardare tutti nella stessa direzione: collaborare all’interno per competere all’esterno.

 Ogni singolo attore del sistema turistico deve quindi possedere contemporaneamente due caratteristiche: all’interno deve essere unico e originale in modo da differenziarsi nettamente da tutti gli altri soggetti che fanno parte del sistema; all’esterno deve invece evidenziare, anche e soprattutto, le specificità e le proprietà del sistema di cui fa parte e che lo distinguono dagli altri sistemi in competizione.

fonte: FPA  G. Vecchiato
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