Il Cambiamento è Digitale. . .

. . L’Italia prenda esempio dall’Estonia, adattando il modello alla propria realtà, per realizzare l’e-Gov e instaurare un nuovo rapporto tra cittadini, imprese e PA. Questo sarebbe il vero cambiamento di cui la società ha bisogno con benefici diffusi sia per quanto riguarda la semplificazione amministrativa sia per la creazione di servizi accessibili, trasparenti e ad alto tasso di soddisfazione. 

L’Idea di Giacomo Bandini
La trasformazione digitale che dovrebbe guidare la semplificazione dei rapporti tra cittadini e Governo (inclusa ovviamente la Pubblica Amministrazione) in Italia stenta ancora a decollare. Nell’accordo stilato dai due partiti che oggi compongono l’esecutivo vi era almeno un accenno a tutto ciò. In questi primi giorni di uscite pubbliche e assestamento, il tema sembra essere stato nuovamente accantonato quando, al contrario, dovrebbe essere in cima alle priorità di una vera politica del cambiamento. 

PERCHÉ È IMPORTANTE? Ce lo insegna un Paese come l’Estonia dove il Ministero degli Affari Economici e delle Comunicazioni ha elaborato un piano di lungo periodo per digitalizzare interamente il Paese e la PA. L’obiettivo principale: creare un nuovo modello di fornire i servizi alle imprese e ai cittadini e rivoluzionare, semplificando e migliorando le modalità con cui si rapportano allo Stato. 

QUALE TRASFORMAZIONE DIGITALE Dovremmo dunque prendere esempio dal modello estone di trasformazione digitale adattandolo alle caratteristiche istituzionali, economiche e sociali del nostro paese. Come? Prefissandoci alcuni obiettivi principali e superando le problematiche che si sono presentate fino ad oggi. 

Diminuire i centri decisionali – Esistono troppi enti e livelli cui è stato assegnato il compito di digitalizzare la PA. Il risultato finale: troppi piani, road map, strategie e poca esecuzione. È necessario razionalizzare questo aspetto, seguire un piano unico e definire le competenze in modo chiaro e trasparente.

Migliorare i rapporti tra cento e periferia – L’Unione Europea deve essere considerata unicamente come l’ennesimo livello di potere, ma come uno strumento per accedere a fondi che possono essere dedicati soprattutto agli enti locali e all’attuazione di una strategia unica digitale che coinvolga questi ultimi. 

Education - L’indice DESI (Digital Economy and Society Index) stilato dalla Commissione ha registrato miglioramenti costanti nella percentuali di utenti internet e di utilizzo dei vari servizi della rete. Non solo, l’Italia è ai primi posti per disponibilità di Open Data e sanità digitale. Dov’è il problema? Il cittadino non viene coinvolto nell’utilizzo di queste risorse ed è male informato. I miglioramenti infatti sono quasi tutti concentrati sull’uso delle App, dei contenuti video, social etc. Pochissimo su quelli relativi alla cittadinanza digitale. Meglio le imprese, ma non abbastanza per raggiungere gli standard europei. 

Dirigenti amministrativi – Questo è un nodo cruciale. Senza il personale adeguato sia nell’elaborazione di una strategia centrale sia nella sua esecuzione la trasformazione digitale rimarrà solamente un concetto astratto. Gli individui costituiscono una parte fondamentale dell’ecosistema necessario ad effettuare tutti i passaggi verso un l’agognata semplificazione burocratica. 

Alcuni paesi, come ad esempio l’Estonia, hanno saputo affrontare tutti questi nodi partendo da una visione politica condivisa tra tutte le parti in causa. Per questo motivo abbiamo invitato l’Ambasciatore, Celia Kuningas-Saagpaak, a parlarci della trasformazione digitale la prossima settimana, martedì 19 giugno (REGISTRATI A BEING DIGITAL). Dobbiamo mantenere accesa la speranza che un nuovo rapporto cittadini, imprese e Governo sia possibile grazie all’innovazione e al cambiamento tecnologico. Speriamo che i decisori siano sempre più sensibili a queste richieste. Per il cambiamento vero! 

Fonte: competere.eu

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