il nostro impegno per . . .

Il nostro impegno, l’orientamento a produrre dei benefici per la comunità di riferimento e siamo chiamati a mettere in campo processi sempre più credibili. Il modello italiano è sempre stato profondamente caratterizzato dal soggettivismo, insieme al soggettivismo si sono affermati tanti differenti processi di “ricomposizione etica” basati sul riconoscimento e la legittimazione di esigenze di tipo soggettivo: dall’abusivismo di necessità, al lavoro irregolare, posti riservati, elusione fiscale regole del codice civile e della costituzione etc.

Il soggettivismo italiano funziona molto bene, alimentato da un tacito scambio tra le famiglie e imprese da un lato, e lo Stato e altri soggetti  dall’altro. Le prime hanno operato e sono cresciute in un orizzonte caratterizzato da un sostanziale benestare della mano pubblica. Quest’ultima era rassicurata da un sistema che cresceva senza la necessità di un progetto esplicito: bastava garantire ampie possibilità di accesso e la conseguente proliferazione soggettuale.

Il primato della “cultura del soggetto”, che ha mostrato i primi sintomi di erosione con l’ingresso nell’euro, con la crisi economica partita nel 2008 è entrato decisamente in sofferenza. Molte piccole imprese scarsamente competitive sono scomparse; il binomio soggettività-crescita ha smesso di funzionare. Sì è verificato un allargamento delle disuguaglianze sociali con una caduta dei redditi più bassi. Il consumo interno si è arrestato. Oggi sono in pochi a pensare che quel meccanismo di inclusione e di accumulazione delle risorse possa ripartire con la stessa forza del passato. Ci si interroga piuttosto sulle opportunità connesse ad un eventuale passaggio da uno schema tutto centrato sul soggetto ad uno intrinsecamente diverso, costruito invece sulla dimensione relazionale e su una nuova dimensione comunitaria.

Sicuramente qualcosa sta avvenendo nel mondo. La modernità tende ad escludere il soggettivismo, la coscienza individuale, e premia la capacità  di vivere ed interpretare le reti, le connessioni. Ma anche l’ambiente urbano – anch’esso archetipo di modernità – presenta alcuni fattori di cambiamento e nuove opportunità di riqualificazione anche ambientale.

Il superamento della attuale povertà dello spazio collettivo, ad esempio, così come la rigenerazione di luoghi ad elevata densità funzionale vengono sempre più riconosciuti come le sfide per i prossimi anni. Il soggettivismo si era affermato come primato dell’individuo liberato dai vincoli del comunitarismo. Esorcizzati definitivamente questi vincoli, la comunità può nuovamente recuperare energia e dispiegare i suoi effetti traumaturgici su una società da un lato avvilita e impaurita dall’altro alla ricerca di nuove soluzioni.

Certamente, a differenza del soggettivismo, questi processi richiedono un accompagnamento da parte della politica e delle istituzioni. Occorre, in particolare, rimettere le relazioni al centro. In passato si progettavano le piazze per far stare la gente assieme, oggi occorre pensare a luoghi, spazi, e funzioni dove si possa ricreare spirito comunitario e generare nuovo valore (sociale ed economico).

Nel perseguire questo obiettivo abbiamo deciso di concentrare la nostra attenzione sulle “pratiche” rispetto ad una dimensione teorica e lontana dall’esperienza. In tal senso, l’approccio che abbiamo deciso di privilegiare è quello di alimentare la “cultura dell’impatto sociale” mettendo in campo strumenti operativi pratico di  “Conoscenza”.

Siamo assolutamente coscienti di alcuni limiti presenti nel fare gruppo,  per questo motivo, il presente tentativo, rappresenta un primo passo, da considerare aperto a future integrazioni e va inteso come presentazione del perimetro nel quale il Comitato spontaneo Trazzera Marina si vuole muovere, considerando la complessità e a volte l’ambiguità del linguaggio metodologico e valutativo.

Le istituzionali odierne, a loro volta, sono alle prese con delle radicali trasformazioni dei modelli di intervento, che non possono in alcun modo prescindere dalla misurazione dell’impatto. E’ opportuno rilevare che questo percorso non è privo di contraddizioni, a partire dalla sfida di un lessico nuovo, che interseca, al medesimo tempo, profit e non profit. Rispetto a queste tendenze, riteniamo, come organizzazione promotrice sociale ed etica, contribuire a stimolare la riflessione sulla valutazione o meno di educare ad educare per una scelta migliore dell’attuale.

Fare parte di in un team e riuscire a lavorare in armonia con persone nuove migliora il clima di lavoro e di conseguenza aumenta i vantaggi anche in termini di produttività – cultura – meritocrazia – consapevolezza – partecipazione attiva – futuro. 

Da soli non ci si salva !!     

con il buonsenso possiamo costruire le condizione per condivisione e meritocrazia.                

              accelerare l’innovazione e sviluppare Il buon senso

Cerchiamo volonterosi per costruire un pezzo di mondo migliore, una piccola Comunità impegnata ad inventare nuovi modi di pensare, abitare e vivere, aprirsi al lavoro produttivo.

Abbiamo idee e progetti ! da proporre ! 

Creare una squadra di persone curiose, creative ed intraprendenti che prima di tutto vogliono scoprire il mondo e fornire le migliori risposte ai problemi che incontrano.

CURIOSI - CREATIVI - INTRAPRENDENTIATTIVI NEL REALIZZARE

Dalle visioni alle strategie, dalle strategie ai progetti - alle realizzazioni.

Organizzazione :

– tel. mobile 347-4629179  e-mail : comitato@trazzeramarina.it

 

 

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