Italia & Italiani ! . . . . . . Vista dal grande Indro Montanelli

  • Il bello dei politologi è che, quando rispondono, uno non capisce più cosa gli aveva domandato.[19]
  • Il fascismo privilegiava i somari in divisa. La democrazia privilegia quelli in tuta. In Italia, i regimi politici passano. I somari restano. Trionfanti.[19]
  • In Italia a fare la dittatura non è tanto il dittatore quanto la paura degli italiani e una certa smania di avere, perché è più comodo, un padrone da servire. Lo diceva Mussolini: «Come si fa a non diventare padroni di un paese di servitori?
  • In Italia non c’è una coscienza civile, non c’è un’identità nazionale che tenga insieme uno Stato federale e garantisca la civile convivenza delle sue parti. Invece io vedo solo nell’Italia Cisalpina qualche barlume di coscienza civile e una vocazione europea. Altrove, invece, è un disastro difficile, se non impossibile, da rimediare. Spero proprio di sbagliarmi !
  • In Italia si può cambiare soltanto la Costituzione. Il resto rimane com’è !
  • La cultura, per un giornalista, è come una puttana: la puoi frequentare ma non devi ostentarla. La cultura si tiene nel cassetto. Il lettore non va trattato dall’alto in basso, ma preso per mano come un amico e portato dove vuoi.[30]
  • La cultura si è chiusa nella torre eburnea. Rimane lì, arroccata in sé stessa, perché ha orrore dei contatti col pubblico, si crede diminuita dai contatti col pubblico. Questa è la cultura italiana. È una cultura di cretini.[31]
  • La democrazia è sempre, per sua natura e costituzione, il trionfo della mediocrità.[32]
  • La depressione è una malattia democratica: colpisce tutti.
  • La nostra classe politica ha fatto del partito una specie di totem intoccabile e gli ha attribuito tutti i poteri, con in più un diritto: il diritto di abusarne.[37]
  • Le cose non sono importanti per quello che sono, ma per quello che uno ci mette.[38]
  • Le mie idee sono sempre al vaglio dell’esperienza e l’esperienza mi impone di rivederle continuamente.[39]
  • Mi accusano molto spesso di avere inventato degli aneddoti. È verissimo. Io ogni tanto invento quando devo descrivere un personaggio, specialmente negli incontri, io invento qualche aneddoto. Però sono sempre aneddoti funzionali, che servono a dimostrare quel certo carattere che mi sembra vero e di dover dimostrare.[39]
  • Mi avvio verso il mio capolinea con l’angoscia di portare con me le cose che ho più amato: il mio paese e il mio mestiere, temo che non mi sopravviveranno.
  • Posso solo dire che l’Italia del Cattaneo è quella che conserva qualche probabilità di salvarsi da questo degrado politico, culturale, morale, economico. E l’Italia del Cattaneo è quella Cisalpina. A nord del Po, e forse anche in Emilia, esistono tracce di coscienza civile e anche di classi dirigenti sane. Poi c’è un’Italia centrale, quella toscana e umbra e marchigiana, che conserva le sue peculiarità, i suoi caratteri spiccati che affondano le radici nell’Italia comunale e rinascimentale. Il resto è un disastro che non saprei come salvare. Del resto Cattaneo ci tentò, andò a Napoli e resistette qualche giorno. Poi si arrese e se ne tornò nella sua Lugano, nella sua Svizzera.[22]
  • Pur ricordandovi che la nostra regola è quella di non tener conto delle intemperanze altrui, specie dei politici, e di dire sempre la verità, tutta la verità, senza partito preso né animosità verso nessuno, vi autorizzo a comunicare al suddetto signore, se ve ne capita l’occasione, che l’unica «testa» in pericolo di cadere dopo il 5 aprile non è la vostra ma, casomai, la sua. E potete aggiungere, da parte mia, che non la considererei una gran perdita.
  • Pertini ha interpretato al meglio il peggio degli italiani.
  • Mussolini capì una cosa fondamentale: che per piacere agli italiani bisognava dare a ciascuno di essi una piccola fetta di potere col diritto di abusarne. Questo era il fascismo. Il fascismo aveva creato una gerarchia talmente articolata e complessa che ognuno aveva dei galloni: il capofabbricato, il caposettore… tutti avevano una piccola fetta di potere, di cui naturalmente ognuno abusava, come è nel carattere degli italiani.
  • Nella storia della nazione italiana io vedo pochi uomini all’altezza della qualifica di una destra illuminata che non solo accetta ma vuole le riforme. Un uomo di destra certamente io non credo che fosse Cavour, del resto il suo connubio lo dimostra, la sua disinvoltura nelle alleanze politiche lo dimostra. Certamente di destra era Ricasoli. Certamente era Sella. Certamente era Giolitti: uomo che dette il suffragio universale, e che riconobbe il diritto di sciopero. Questo è un uomo di destra. Certamente un uomo di destra era De Gasperi, senza dubbio. E, adesso non vorrei scandalizzare la gente, ma direi che uomo di destra per il concetto che aveva dello Stato e del potere era anche Togliatti. E questo dimostra che si può essere uomini di destra anche a sinistra. La destra è una regola di comportamento, una regola morale di comportamento.
  • Fonte: Wikiquote Indro Montanelli
  • Da soli non ci si salva !!  

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