Dal ‘pastazzo’ degli agrumi:
compost, mangimi e anche tessuti
da problema a risorsa
Compost, alimenti per animali, energia, ma anche tessuti. Il ‘pastazzo’ degli agrumi, il residuo della spremitura: bucce, semi e parte della polpa, da problema sta diventando una risorsa. E’ quanto emerso dal seminario “Uso sostenibile dei sottoprodotti provenienti dalla lavorazione industriale degli agrumi”, che si è tenuto a Grammichele, in provincia di Catania.
Il progetto è stato ammesso a finanziamento dal Ministero dello Sviluppo Economico (MiSe) nell’ambito dell’iniziativa volta a finanziare progetti di ricerca e sviluppo nel settore agro-industriale nelle aree di produzione della Sicilia orientale.
In particolare, si fa riferimento a tutti quei progetti che hanno come obiettivo primario il reimpiego sostenibile degli scarti provenienti dalla lavorazione industriale degli agrumi, quello che in gergo si chiama pastazzo d’agrumi.
“Il processo di estrazione del succo degli agrumi – genera un residuo di lavorazione pari al 50-60% del prodotto di ingresso. I quantitativi annuali di agrumi avviati all’industria sfiorano 1.500.000 tonnellate che producono circa 1.000.000 di tonnellate di sottoprodotto. Dunque, o un grande problema o una grande risorsa. Noi vogliamo vederlo come una grande risorsa. Abbiamo dimostrato le varie possibilità di utilizzo: consumato fresco per la produzione di mangimi, essiccato per l’alimentazione umana o animale o la produzione di pectine e biomassa per la produzione di energia o di compost”.
Al seminario erano presenti anche le due giovani imprenditrici siciliane, Adriana Santanocito ed Enrica Arena, che hanno creato addirittura una fibra per tessuti ricavata dalle arance. “Sono la prova di come dagli scarti degli agrumi, grazie alle nanotecnologie, sia possibile fare addirittura tessili ecosostenibili. Sembra fantascienza invece è la realtà”.
Fonte: orange fiber srl