Organizzazione rete territoriale

Uno degli obiettivi principali del progetto del Comitato Spontaneo è l’attivazione di reti tra gli attori presenti in ogni territorio. Quali associazioni, imprese che hanno per scelta la sostenibilità.

I cittadini promotori del progetto sono incaricati a realizzare una prima scrematura delle realtà attive sul proprio territorio a partecipare al progetto di mobilitazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sarà importante partire dalle esperienze già realizzate o in essere nei diversi territori, perché partire dall’esistente porta a valorizzare quello che di buono viene già fatto e a risparmiare tempo e lavoro dei volontari.

Le iniziative nei quartieri e nelle realtà locali devono essere molteplici, ben fatte, coinvolgenti, non isolate le une dalle altre.

L’approccio deve mettere in relazione, aumentandone la portata e la “massa critica” sia nei confronti della popolazione che di imprese e istituzioni.

 Dobbiamo ideare due forme di raggruppamento di cittadini associazioni, funzionali per supportare le attività di mobilitazione a livello locale.

Comitati di Azione Territoriale

I Comitati di Azione Territoriale – sono costituiti dagli associati di associazioni presenti a livello di macro-aree territoriali che intendono condividere le loro esperienze per la realizzazione di proposte di sviluppo sostenibile a beneficio della collettività.

I collaboratori con i movimenti che sul territorio si occupano di tutela e valorizzazione dei beni comuni e svolgono un ruolo di approfondimento e impostazione di criteri di nuova economia da attivare attraverso la creazione di appositi comitati. Il comitato ha, inoltre, lo scopo di instaurare un dialogo con le imprese presenti sul territorio, lavorando con quelle che già hanno intrapreso un discorso di sostenibilità e sensibilizzato altre realtà nel territorio.

 Gruppi Locali per la Sostenibilità

I Gruppi Locali per la Sostenibilità – sono le diramazioni territoriali e sono lo strumento operativo per la realizzazione di eventi di mobilitazione e di sensibilizzazione.

Sono gruppi informali, che si organizzano liberamente per le proprie iniziative, scegliendo luoghi e convocazioni, restando aperti ad altre adesioni, che condividono gli obiettivi si impegnano a realizzarli.

 Le attività del GLS :

- Elaborare un programma d’azione funzionale alla realizzazione dell’attività sul territorio con i partecipanti  promotori, obiettivi, strategie e azioni.

- Realizzare incontri con le organizzazioni e i cittadini per compiere un’analisi dei bisogni del territorio e  la mappatura delle imprese sostenibili.

- Promuovere azioni di sensibilizzazione culturale sui temi della nuova economia, dell’impresa e del consumatore responsabile, con dibattiti sulla nuova economia e sulla sostenibilità sociale e ambientale, sui comportamenti delle aziende locali e nazionali, anche con progetti nelle scuole da diffondere anche attraverso la stampa locale.

- Realizzare, incontri con le imprese locali per instaurare un dialogo sui temi della sostenibilità, per la nascita o il proseguimento di progetti comuni.

- Proseguire il dialogo aperto con le associazioni, i cittadini e imprese sullo sviluppo territoriale legato alla sostenibilità allargando il coinvolgimento di altri soggetti.

Per info :    e-mail  -  comitato@trazzeramarina.it    -   mobile : 347-4629179

persone che diventano imprenditori – H-FARM -

H-FARM

È una piattaforma digitale nata nel 2005 con l’obiettivo di aiutare giovani imprenditori nel lancio di iniziative innovative e supportare la trasformazione delle aziende italiane in un’ottica digitale.

 Qui le invenzioni diventano innovazione, le idee diventano prodotti e le persone diventano imprenditori. 

Favoriamo la nascita di progetti che semplifichino l’utilizzo degli strumenti e dei servizi digitali a persone e ad aziende, supportando queste ultime nella trasformazione dei loro processi in ottica digitale.

 Siamo alla costante ricerca di giovani talenti, appassionati e con la voglia di costruire assieme a noi qualcosa di straordinario. Il Creative Learning è un approccio all’apprendimento sviluppato all’interno del MIT MediaLab. È un percorso di apprendimento che mescola assieme tecnologia, creatività, passione, divertimento. Si tratta di ingredienti che compongono una ricetta che per bambini e ragazzi diventa la migliore per costruire il proprio percorso di formazione, crescita, acquisizione di consapevolezza e sviluppo delle proprie potenzialità. A comporla sono le quattro Pche costituiscono un paniere di selezionate materie prime che vanno a comporre questa ricetta.

 PROJECT
Essere coinvolti attivamente in un progetto permette di imparare meglio.
PLAY
Apprendere divertendosi, provare e sperimentare per tentativi ed errori senza aver paura di sbagliare.
PEERS
Si impara meglio se il percorso di apprendimento avviene condividendo le esperienze in clima collaborativo.
 PASSION
La motivazione è il motore dell’apprendimento che permette di superare le difficoltà e affrontare le sfide senza paura.

Per pensiero computazionale si intendono tutti quei processi mentali che un programmatore mette in atto per svolgere il proprio lavoro. Si tratta di processi analitici volti alla soluzione creativa dei problemi, e la loro utilità va ben al di là della pratica della programmazione.

 Capacità proprie del pensiero computazionale
  • La capacità di prendere un problema complesso e suddividerlo in parti più piccole e gestibili
  • La ricerca di similarità tra problemi oppure di elementi ricorrenti all’interno del problema stesso
  • Il concentrarsi sulle informazioni importanti, ignorando i dettagli non rilevanti, dalle quali estrapolare un modello, un’idea generale. È l’astrazione con cui si indica anche la capacità di creare una soluzione che sia un modello applicabile ad altri problemi simili.
  • Lo sviluppo di una soluzione passo-passo al problema o regole da seguire, dove ciascuna istruzione è eseguita secondo un ordine preciso dall’inizio alla fine.

Attitudini che questo tipo di pensiero sviluppa

  • Sperimentazione. Attraverso il processo iterativo l’errore viene vissuto in maniera costruttiva, come elemento necessario al miglioramento della soluzione.
  • Espressività. Viene riconosciuto il potere creativo della programmazione, intesa come un qualsiasi altro mezzo espressivo, al pari del linguaggio naturale o della pittura.
  • Curiosità. diventa più naturale porsi domande sui dati ottenuti e in generale sul funzionamento delle cose.
  • Collaborazione. il valore della connessione con gli altri viene riconosciuto attraverso l’utilizzo di soluzioni già esistenti e la condivisione dei risultati.
Fonte: H-Farm

Coinvolgimento dei cittadini nelle scelte pubbliche

Le pratiche partecipative sono ormai raccomandate da molte organizzazioni internazionali, sono state promosse dai programmi europei  e hanno fatto capolino anche nella legislazione italiana, soprattutto nel campo della riqualificazione urbana, delle politiche sociali e degli interventi per lo sviluppo locale.

movimenti sociali;

Il sistema politico italiano scelse di aprirsi alla partecipazione istituendo gli organi collegiali nelle scuole e i consigli di circoscrizione nei quartieri. La partecipazione delle componenti scolastiche e dei comitati di  uartiere veniva così canalizzata in arene rappresentative di tipo generalista e dotate di stabilità nel tempo.

I processi partecipativi;

Si svolgono ormai sugli argomenti più disparati. Il nucleo originario è costituito dagli interventi di riqualificazione urbana che, date le relazioni di prossimità che li caratterizzano e la necessità quasi obiettiva di coinvolgere i cittadini in questioni che li riguardano così direttamente, sono stati in tutti i paesi il vero banco di prova per le esperienze di partecipazione e sono tuttora l ambito in cui si realizza il maggior numero di esperienze e in cui le metodologie di intervento sono state più affinate e sono più consolidate.

In Italia, dopo le esperienze dei Programmi di Riqualificazione Urbana (PRU), il coinvolgimento dei cittadini è stato esplicitamente previsto dai  Contratti di quartiere.

La partecipazione ha come riferimento principale se non esclusivo gli interventi  sui quartieri e sulle piccole comunità (p.es. l influente articolo di Arnstein (1969) sulla scala della partecipazione ).

Col passare del tempo, processi partecipativi sono stati sperimentati su una crescente gamma di problemi e forum.

Quasi tutte le politiche pubbliche (dall’ambiente alla sanità, dai trasporti, alle politiche di bilancio, dalle politiche sociali a quelle per la sicurezza o per lo sviluppo locale) sono state toccate da iniziative di coinvolgimento dei cittadini. A titolo puramente esemplificativo proviamo qui a indicare alcuni temi su cui i processi  partecipativi si sono particolarmente sviluppati o hanno dato luogo a esperienze particolarmente interessanti:

bilanci comunali ;

è il caso dei bilanci partecipativi: le spese di investimento del comune sono ripartite tra i quartieri e tra i settori di policy secondo le indicazioni delle assemblee di cittadini ;

conflitti ambientali:

è il caso di quelle esperienze in cui il conflitto tra inquinatori e inquinati viene  affrontato attraverso un dialogo strutturato tra le parti in causa, alla ricerca di soluzioni accettabili  da ciascuno;

sindrome Nimby:

di fronte a impianti che comportano conseguenze negative per i residenti sono stati sperimentati metodi per decidere la loro localizzazione mediante la partecipazione delle comunità interessate ;

politiche ambientali:

è il caso delle Agende 21 locali e, in parte, di alcune esperienze di valutazione di impatto ambientale;

politiche sociali:

in Italia è di particolare interesse l’esperienza dei piani di zona (per un esperienza significativa: (Fazzi e Scaglia 2001, Bifulco e Centemeri 2007);

politiche sanitarie:

è da ricordare l’elaborazione partecipata del piano della salute dell’Emilia-Romagna (Biocca 2006);

grandi opere:

 l’esperienza più interessante è quella del débat public francese, che è stata ripresa in Italia dal disegno di legge sulla partecipazione della regione Toscana ;

tecnoscienza:

è il caso  in cui cittadini comuni sono chiamati a discutere questioni controverse di natura tecnico-scientifica (p.es.Ogm, cellule staminali, inquinamento elettromagnetico, ecc.) (Pellizzoni 2006, Bucchi 2006).

sistemi elettorali:

Allo scopo di sbloccare la paralisi determinata dai veti contrapposti tra i partiti politi, alcuni paesi (le province canadesi della British Columbia e dell’Ontario e i Paesi Bassi) hanno scelto di affidare la scelta del sistema elettorale a un forum di cittadini estratti a sorte che si sono pronunciati dopo aver lavorato e discusso per alcuni mesi (Bobbio e Lewanski 2007).

 Questi esempi, tutt’altro che esaustivi, mostrano un punto importante. I processi partecipativi si svolgono prevalentemente in ambiti territoriali ristretti (un quartiere, un paese, ecc.) in cui possano funzionare relazioni di prossimità, ma non mancano casi (tra l‘ltro in crescita) in cui il coinvolgimento dei cittadini avviene su temi di carattere più generale e su una scala più ampia (una grande città, una regione o una nazione) dove non si può contare sulla prossimità e dove, pertanto, l inclusione dei soggetti interessati è sicuramente più complicata e più problematica.

 Come vedremo, il superamento della scala locale è stato reso possibile dallo sviluppo di nuovi metodi di reclutamento e di interazione tra i partecipanti.

 Se è probabile che la scala micro-locale continuerà a rimanere il più importante banco di prova per i processi partecipativi, è interessante notare che essi non sono necessariamente confinati in tale ambito e che è possibile praticare forme di partecipazione che coinvolgono temi politici e ambiti di portata più generale.

Fonte:Luigi Bobbio e Gianfranco Pomatto

società moderna – tra ricerca di spazi ritmo e finalità -

Il detto latino Mors tua vita mea, di origine romana, frase che i gladiatori recitavano a se stessi prima di entrare nell’arena del colosseo a combattere, significava morte tua, vita mia (o: la tua morte (è) la mia vita).

Al di là del tono drammatico, tale espressione comportamentale si usa quando all’interno di una competizione o nel tentativo di raggiungere un traguardo ci può essere un solo vincitore.

Il detto indica cioè che il fallimento di uno costituisca requisito indispensabile per il successo di un altro.

Questo detto diventa sempre più preponderante nei comportamenti della nostra società, rispecchia comunemente i comportamenti assunti da ognuno di noi per andare avanti.

Il tempo è quel concetto spesso sottovalutato nelle nostre esistenze, non ci basta mai, ma non ci rendiamo nemmeno conto di quanto ne sprechiamo troppo presi dai “devo”, dagli obblighi, dai ritmi imposti da una società che svilisce l’unicità della persona e la preziosità dei rapporti umani.

Sempre preoccupati di non avere abbastanza soldi per vivere occupiamo le nostre giornate di lavoro (ormai non si lavora più per vivere, ma si vive per lavorare… e per abitudine) e quelle dei nostri figli con impegni imposti per poter ricavare più tempo da buttare in altri “doveri”, in una ricerca continua di approvazione e riconoscimento sociale.

Riappropriarsi ognuno del proprio tempo, dedicarci a ciò che sappiamo e amiamo fare, uscire dalla logica di un lavoro poco appagante per entrare in una nuova visione in cui si può fare delle proprie passioni e talenti l’attività che ci permette ANCHE (ma non solo) di arrivare tranquillamente a fine mese.

La forza del gruppo deve permettere ad ognuno di noi di vedere soluzioni e opportunità dove prima si percepivano solo montagne insormontabili, mettendoci di fronte alle nostre paure dobbiamo permettere al coraggio di farsi strada e farci scorgere nuove possibilità.

Tracciare la propria scia è più importante che uniformarsi passivamente a uno standard; scoprire i propri interessi, imparare a coltivarli apre più porte.

Impegniamoci di più′ a dare un senso alle cose. A cominciare dalla consapevolezza di ciò che siamo. Non possiamo abdicare ad altri questo ruolo: di questi tempi significherebbe condannarsi per sempre all ‘ IRRILEVANZA.

 

I finanziamenti del fondo Fesr: novità in arrivo per la banda larga

La politica di coesione riformata attuata dalla Comunità Europea prevede una serie di progetti da portare a termine in un arco di tempo prefissato, compreso tra il 2014 ed il 2020, tra cui i finanziamenti del fondo Fesr che sono stati elargiti a favore delle seguenti Regioni italiane: Sicilia, Basilicata e Veneto.

 

In particolare, per l’Italia sono stati stanziati circa 32,2 miliardi di euro da destinare per l’attuazione di un gran numero di attività per la realizzazione della politica di coesione inerente i fondi europei del Fesr e del Fse per i quali sono stati concessi 567 milioni di euro per promuovere l’occupazione giovanile a cui si va ad aggiungere 1,1 miliardo di euro da investire per la cooperazione territoriale. La concentrazione tematica da destinare per i finanziamenti del fondo Fesr sono indirizzati a diversi ambiti quali: la ricerca e l’inn
ovazione, le TIC, la competitività delle imprese, l’economia a basso tenore di carbonio.

 

Non va sottovalutata poi la percentuale di denaro, inerente la dotazione del Fesr destinata all’Italia, da investire in azioni finalizzate allo sviluppo urbano sostenibile, da poter realizzare tramite l’attuazione dell’asse prioritario oppure mediante la promozione di investimenti territoriali integrati. In totale sono stati assegnati oltre 4 miliardi da destinare anche alle attività legate all’innovazione ed all’abbattimento del digital divide: ciò dovrebbe portare nel giro di poco a migliorare la qualità dei servizi internet e le offerte ADSL casa saranno sicuramente più variegate in alcune regioni in cui, di fatto, opera ancora un regime quasi monopolistico.

 

I progetti del Fesr hanno l’obiettivo principale di favorire la ripresa economica dell’Italia a partire dalla creazione di nuovi posti di lavoro per contribuire in questo modo a stimolare il settore dell’occupazione, a cui si vanno ad aggiungersi ulteriori benefici per i cittadini sfruttando gli investimenti per l’ambiente e le infrastrutture.

 

Le risorse europee disponibili relative ai programmi 2014-2020, come i finanziamenti del fondo Fesr, fanno riferimento a due tipologie di fondi: i fondi a gestione diretta, elargiti direttamente dalla Commissione Europea, vengono devoluti attraverso la vincita di specifici bandi, che rappresentano circa il 25% della spesa complessiva dei bilanci UE; i fondi a gestione indiretta, detti anche strutturali, di cui sono un esempio i fondi Fesr, sono invece coordinati dagli Stati membri, si tratta di iniziative che si articolano in una serie di programmi operativi e vengono gestiti attraverso le loro PA Centrali e Locali che hanno anche il compito di predisporre l’assegnazione finale.

Fonte : Sapere come fare

Qualcosa da imitare !!!!……………

Dal ‘pastazzo’ degli agrumi:
compost, mangimi e anche tessuti

da problema a risorsa

Compost, alimenti per animali, energia, ma anche tessuti. Il ‘pastazzo’ degli agrumi, il residuo della spremitura: bucce, semi e parte della polpa, da problema sta diventando una risorsa. E’ quanto emerso dal seminario “Uso sostenibile dei sottoprodotti provenienti dalla lavorazione industriale degli agrumi”, che si è tenuto a Grammichele, in provincia di Catania.

Il progetto è stato ammesso a finanziamento dal Ministero dello Sviluppo Economico (MiSe) nell’ambito dell’iniziativa volta a finanziare progetti di ricerca e sviluppo nel settore agro-industriale nelle aree di produzione della Sicilia orientale.

 

In particolare, si fa riferimento a tutti quei progetti che hanno come obiettivo primario il reimpiego sostenibile degli scarti provenienti dalla lavorazione industriale degli agrumi, quello che in gergo si chiama pastazzo d’agrumi.

“Il processo di estrazione del succo degli agrumi – genera un residuo di lavorazione pari al 50-60% del prodotto di ingresso. I quantitativi annuali di agrumi avviati all’industria sfiorano 1.500.000 tonnellate che producono circa 1.000.000 di tonnellate di sottoprodotto. Dunque, o un grande problema o una grande risorsa. Noi vogliamo vederlo come una grande risorsa. Abbiamo dimostrato le varie possibilità di utilizzo: consumato fresco per la produzione di mangimi, essiccato per l’alimentazione umana o animale o la produzione di pectine e biomassa per la produzione di energia o di compost”.

Al seminario erano presenti anche le due giovani imprenditrici siciliane, Adriana Santanocito ed Enrica Arena, che hanno creato addirittura una fibra per tessuti ricavata dalle arance.  “Sono la prova di come dagli scarti degli agrumi, grazie alle nanotecnologie, sia possibile fare addirittura tessili ecosostenibili. Sembra fantascienza invece è la realtà”.

Fonte: orange fiber  srl

 

 

 

 

Cosa sono i fondi strutturali europei

Fondi strutturali europei e il Fondo di coesione sono i principali strumenti finanziari della politica regionale dell’Unione europea che mira ad equiparare i diversi livelli di sviluppo tra le regioni e tra gli Strati membri.

Tali Fondi si inseriscono all’interno della politica di coesione, definita dal Trattato sull’Unione come obiettivo fondamentale del processo di integrazione economica europea. La politica di coesione si basa sul cofinanziamento nazionale o regionale. Si tratta di un sistema che induce gli Stati membri a mantenere il loro impegno di investimento e di crescita anche in periodi di recessione. Inoltre, gli interventi finanziari dell’Unione sono sempre in aggiunta alla ordinaria spesa pubblica degli Stati, secondo il principio dell’addizionalità. I Fondi europei non hanno quindi lo scopo di consentire agli Stati di risparmiare sui rispettivi bilanci nazionali rimanendo essi i responsabili dello sviluppo delle loro zone in difficoltà.

Attualmente i Fondi strutturali sono due:

  • il Fondo sociale europeo (FSE), istituito nel 1958, favorisce l’inserimento professionale dei disoccupati e delle categorie sociali più deboli, finanziando in particolare azioni di formazione. Finanzia interventi nel campo sociale. Ha il compito di intervenire su tutto ciò che concorre a sostenere l’occupazione mediante interventi sul capitale umano. Queste le finalità principali: prevenire e combattere la disoccupazione, creare nuove figure professionali e e migliorare le competenze per facilitare l’inserimento lavorativo, rendere più efficaci i sistemi dell’offerta di istruzione e di formazione professionale. I beneficiari sono soprattutto giovani, donne, adulti, disoccupati di lunga durata, occupati a rischio di espulsione dal mercato del lavoro e gruppi a rischio di esclusione sociale.
  • il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR),istituito nel 1975, finanzia principalmente la realizzazione di infrastrutture e investimenti produttivi che generano occupazione soprattutto nel mondo delle imprese. Finanzia gli interventi infrastrutturali e tecnologici nei settori della comunicazione, energia, istruzione, sanità, ricerca ed evoluzione tecnologica.Il Fondo di coesione, istituito nel 1994, è finalizzato ad accelerare i tempi della convergenza economica, sociale e territoriale nei Paesi con un PIL medio pro capite inferiore al 90 per cento della media comunitaria. L’obiettivo è concedere finanziamenti a favore di progetti infrastrutturali nei settori dell’ambiente e dei trasporti.

    Cosa sono i Fondi strutturali: Obiettivi

    Per il  periodo di programmazione 2007-2013 gli obiettivi prioritari di politica regionale finanziati dai Fondi strutturali sono:

  • Obiettivo Convergenza:  è volto ad accelerare la convergenza degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo, migliorando le condizioni di crescita e di occupazione. Le regioni oggetto di tale obiettivo sono quelle in cui il PIL pro capite non supera il 75% della media comunitaria. Per l’Italia sono Calabria, Campania, Puglia e Sicilia.  I settori di intervento sono la qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, lo sviluppo dell’innovazione e della società basata sulla conoscenza, l’adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, la tutela dell’ambiente nonchè l’efficienza amministrativa.Fondi di finanziamento: FESR, FSE e Fondo di coesione.
  • Obiettivo Competitività regionale e occupazione: mira a rafforzare la competitività, l’occupazione e le attrattive delle regioni che non rientrano nell’obiettivo “Convergenza”. Consente di anticipare i cambiamenti socioeconomici, promuovere l’innovazione, l’imprenditorialità, la tutela dell’ambiente, l’accessibilità dei lavoratori e lo sviluppo di mercati di lavoro. Le regioni oggetto di questo obiettivo sono quelle che non rientrano nel primo obiettivo. Dunque, per l’Italia rientrano tutte le altre regioni non ammissibili all’obiettivo “Convergenza”. Fondi di finanziamento: FESR e FSE.
  • Obiettivo Cooperazione territoriale europea: è inteso a rafforzale la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale. Riguarda le regioni che hanno frontiere terrestri o marittime, le zone di cooperazione transnazionale. Mira a promuovere azioni che promuovono lo sviluppo territoriale, il sostegno alla cooperazione interregionale. La cooperazione è orientata su ricerca, sviluppo, società dell’informazione, ambiente, prevenzione dei rischi e gestione integrata delle acque. Fondi di finanziamento: FESR.Cosa sono i Fondi strutturali: Italia, Quadro Strategico Nazionale e Programmi Operativi

    I Fondi strutturali sono gestiti secondo quanto disposto dal Regolamento generale n. 1083/06 e dai regolamenti specifici relativi ad ogni singolo Fondo ( Reg. 1080/2006 per il Fesr – Reg. 1081/2006 per il Fse – Reg. 1084/2006 per il Fondo di coesione) e successive modifiche e integrazioni. In base all’articolo 27 del regolamento generale 1083/06 “lo Stato membro presenta un Quadro di riferimento Strategico Nazionale (QSN) che assicura la coesione dell’intervento dei Fondi con gli orientamenti strategici comunitari per la coesione e che identifica il collegamento con le priorità della Comunità, da un lato, e con il proprio programma nazionale di riforma, dall’altro”.
    Per quanto riguarda l’Italia, il QSN (approvato dalla Commissione europea con decisione C (2007) 3329 del 13 luglio 2007), prevede un approccio unitario della politica regionale di sviluppo, in quanto riguarda non solo i Fondi strutturali, bensì anche risorse nazionali aggiuntive. In tale quadro, la strategia assume 4 macro obiettivi di base, articolati in 10 priorità.
    Il QSN determina a sua volta i Programmi Operativi che individuano le priorità territoriali e le attività da svolgere. Ogni Programma Operativo si distingue a seconda del territorio di riferimento in: PON (Nazionale), POR (Regionale) e POIN (Interregionale).

  • Fonte : Sapere come fare 

La resilienza in psicologia: significato e metafora

Il termine “resilienza” viene frequentemente utilizzato in ambito psicologico.

Curiosamente, il concetto di “resilienza” deriva dal mondo della scienza dei materiali, nel quale indica la capacità di un corpo di resistere ad urti improvvisi senza spezzarsi.

Per analogia, nel mondo della psicologia, indica la capacità di una persona di resistere alle difficoltà della vita senza farsi travolgere, la capacità di affrontare situazioni problematiche e complesse senza poi sentirsi stressati ed esauriti, bensì rinforzati e migliorati.

Una qualità magica che solo pochi hanno come dono ?

Gli studi di psicologia dicono che la resilienza si apprende con l’esperienza. E’ necessario iniziare con il diventare consapevoli dei propri limiti e delle proprie potenzialità, per poi imparare ad utilizzare le seconde a sostegno dei primi.

E’ fondamentale spostare l’attenzione sui “fattori di protezione”, cioè su quegli elementi che contribuiscono a supportare la persona in difficoltà.

Occorre imparare ad accettare le sfide e, quindi, essere disponibili a mettersi in gioco e fronteggiare le difficoltà con positività. Occorre voler intraprendere un cambiamento.

La metafora calza a perfezione con il nostro comportamento di resilienza al cambiamento ed altro, è come dire ! siamo un popolo di resilienti.

Vorremmo affrontare con quanti  di voi lo vogliano meglio l’argomento nei dettagli, in modo da trovare elementi importanti per chi voglia iniziare un percorso verso l’apertura al cambiamento con resilienza anziché chiuderci nella resilienza negativa attuale.

Nel frattempo, riflettiamo sulla nostra modalità di risposta alle difficoltà e, quindi, sulla nostra resistenza agli urti della vita.

TRASMETTERE SAPERI E CONOSCENZE

I nonni raccontano gli orti

L’intento  è far conoscere ai bambini l’orto, come viene coltivato, come si modificano le tecniche utilizzate e le piante coltivate in relazione ai cambiamenti stagionali e climatici. Si favorisce in questo modo il rapporto intergenerazionale e di trasmissione di conoscenze e saperi da parte di persone in pensione che coltivano un orto e che raccontano ai bambini la loro esperienza. La stessa tecnica usata per le varie attività artigianali e professionali in genere.

II mare birichino

Un modo per esorcizzare la paura di quei momenti attraverso la verbalizzazione del proprio vissuto, l’utilizzo dei colori e la rappresentazione grafica, momenti di aiuto reciproco nei bisogno.

Narrare i diritti  e i doveri per far crescere i diritti e doveri.

Occhio alla quinta 

Come naturale conclusione, per la classe quinta, si è scelto il QUINTO ELEMENTO, quintessenza, anima, spirito, il 3° OCCHIO, insomma, come sfondo integratore, cioè la dimensione della magia, della spiritualità, della saggezza, dell’introspezione, della conoscenza e della profonda relazione con gli altri; per questo il motto: “OCCHIO ALLA QUINTA”.

La strategia dell’ascolto della parola, della lettura e della scrittura.

L’ascolto può essere unidirezionale (come accade quando si ascolta la radio o una registrazione), ma nella vita reale è spesso reciproco/collaborativo (come nella conversazione quotidiana): in questo secondo caso il buon ascoltatore è chi sa parlare e porre domande al momento giusto, e il buon parlante è chi sa ascoltare e reagire al proprio interlocutore.

Praticare l’apprendimento cooperativo e di gruppo

Dalla teoria alle esperienze realizzate dalle scuole, il metodo Cooperative learning è frutto di corsi di formazione da parte di tutti i docenti, ricerche sul mondo scolastico, materiali elaborati da Associazioni professionali di docenti, resoconti di corsi di aggiornamento e formazione per l’insegnamento.

 

FORMAZIONE ALL’INSEGNAMENTO

Corsi di formazione promossi in collaborazione con altri Enti e Istituzioni del territorio, Università, Istituti scientifici e culturali, Fondazioni, associazioni professionali.  La formazione è intesa in primo luogo come accompagnamento permanente alla professione docente e costante qualificazione.

Le statistiche per avere piu’ fondi Ue

 

Fonte :Andrea Gallo | 15 Febbraio 2016 |  Studi e Opinioni

11O almeno per non perdere le risorse assegnate. Politici e amministratori delle società in house che gestiscono i fondi strutturali si promuovono in campagna elettorale e in scadenza di mandato vantandosi dell’impiego delle risorse finanziarie a loro disposizione.

> Politica Coesione 2014-2020: il Performance Framework per valutare i programmi

Dimenticandosi che nel periodo 2014-2020 sarà più facile perdere – oltre che la faccia e i fondi – la dotazione finanziaria aggiuntiva prevista dalla cosiddetta riserva di efficacia.

Innanzitutto, con riferimento all’ultimo settennato non c’è niente di cui vantarsi. Per rispettare i termini di spesa della dotazione finanziaria 2007-2013 si è dovuto ricorrere ad una ingente riprogrammazione spostando le risorse sui progetti cosiddetti “retrospettivi o sponda”, finanziati cioè inizialmente con altre risorse. A inizio 2015 i fondi Ue ancora da impegnare ammontavano a quasi 14 miliardi di euro, da spendersi entro il 31 dicembre 2015.

Fondi Ue – MISE, termini per chiusura investimenti 2007-2013

Per un esempio specifico su come spendiamo i fondi basti ricordare che la dotazione finanziaria per il Sud del regime di aiuti Smart e Start per start up innovative risale al cofinanziamento nazionale PON 2000-2006.

Nelle prossime settimane conosceremo i dati ufficiali del disimpegno 2007-2013 (i soldi da restituire a Bruxelles). Per i Programmi di Sviluppo Rurale la “restituzione” ammonta a circa 110 milioni di euro.

In Italia dunque è già un problema spendere i fondi Ue in tempo. La qualità di questa spesa è una preoccupazione ancora maggiore per la Commissione europea, che punta a misurare con indicatori precisi l’efficacia delle politiche di coesione, definendone condizionalità e un performance framework.

Accordo Partenariato: Cappello (UVER), novita’ Fondi Ue 2014-2020

Chi gestisce fondi Ue  non può quindi limitarsi a raccontare per quanti progetti sono stati deliberati i finanziamenti e per quali importi di investimento. Le autorità di gestione devono soprattutto riferire:

  • quanti investimenti sono stati completati,
  • quanto hanno contribuito all’economia del paese in termini di incremento occupazionale,
  • quali esigenze di sviluppo territoriale sono state soddisfatte.

I gestori devono poi riportare le statistiche con riferimento a tutti gli altri risultati specifici previsti dagli indicatori di efficacia dei programmi operativi; in caso contrario, oltre a non vedersi assegnata la dotazione finanziaria aggiuntiva (riserva di efficacia) prevista dagli accordi programmatici, potranno essere sanzionati.

> Invitalia – nel 2015 finanziata una domanda su quattro

Nel 2018 ci sarà la verifica intermedia dello stato di attuazione dei suddetti programmi di spesa dei fondi Ue. Mentre si sta ancora finendo di rendicontare la spesa del precedente settennato cerchiamo di non dimenticare questa scadenza. Visti i nostri trascorsi, il 2018 non è così lontano.

Peraltro a Bruxelles già si è cominciato a parlare delle politiche di coesione post 2020, ipotizzando anche un consistente taglio al budget. Anche in questa sede, poter dimostrare di aver speso bene ed in modo efficace i fondi a disposizione consentirebbe all’Italia di discutere la futura ripartizione delle risorse (forse più scarse rispetto al passato) da una posizione di vantaggio.

La spesa dei fondi Ue non deve servire a fare campagne elettorali o ad ottenere rinnovi di mandato, ma a sostenere la crescita dell’economia.

Gli obiettivi chiari e misurabili di sviluppo voluti dalla Ue non si identificano con gli interessi personali dei politici ma con il bene della republica.

Author: TPCOM / photo on flickr