L’economia civile è intesa dagli organizzatori quale volano del cambiamento per costruire un modello di sviluppo che metta al centro le persone, il loro benessere, le loro relazioni, l’ambiente, dando forza e dignità, innanzitutto, alle comunità e a chi fa impresa con questi obiettivi. Fanno parte quindi dell’economia civile realtà quali cooperative di comunità, alcune imprese sociali e organizzazioni del Terzo settore ma anche organizzazioni private che sorgono con l’obiettivo di conciliare la sostenibilità degli aspetti economici con quelli sociali ed ambientali.
Per capire meglio il concetto, forse, è più semplice capire l’opposto, l’economia “incivile”, ossia quel modello di sviluppo economico che privilegia solo il profitto e la finanza, che talora licenzia delocalizzando in luoghi lontani e senza neppure informare preventivamente né i lavoratori, né il sindacato, utilizzando sempre più personale precario e saltuario, in cui a volte si continua a morire sul lavoro. Proprio come è successo a Luana a Prato, proprio come nel caso del licenziamento dei 422 operai della multinazionale Gkn di Campi Bisenzio; entrambi questi accadimenti sono stati ricordati ripetutamente nel corso del Festival di Campi Bisenzio.
L’economia “civile”, quella che invece mette al primo posto la “felicità” di persone e comunità, è possibile e ha un peso tutt’altro che marginale nel contesto italiano e toscano, in particolare. E se ne è voluto dare prova lasciando spazio ai racconti dei protagonisti delle numerose “pratiche” e testimonianze: oltre 40 diverse realtà che sono state presentate nei tre giorni di lavoro e con attenzione particolare al settore dell’agroalimentare, come nel caso del progetto Circolaryfood in cui le comunità locali si sono organizzate in 5 comuni per sviluppare solidarietà anche nelle filiere del cibo. Numerose le esperienze ricordate e connesse ai Patti di collaborazione sia nell’esperienza di Bologna, sia anche nei 43 comuni toscani che hanno adottato il Regolamento per l’Amministrazione condivisa dei beni comuni.
Fonte: labsus.it
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