frammentazione ! il male di sempre !

Le disuguaglianze sociali esistenti nel nostro Paese, e delle modificazioni da esse subite nel tempo, è fuori discussione.Guardare alle disparità di reddito, alle disuguaglianze d’istruzione, all’ineguale esposizione ai rischi di disoccupazione non come effetti dell’appartenenza a un gruppo sociale, bensì come elementi costitutivi di quel gruppo.

Gli assetti istituzionali, nel nostro caso i confini dei comuni, andrebbero allora ridisegnati tenendo conto di questo. Ovviamente la risposta non è agevole e si presta alla facile obiezione che nasce dal fatto che i comportamenti delle persone sono estremamente variabili nel tempo, mentre i confini amministrativi non possono cambiare continuamente. L’obiezione ha ovviamente un suo fondamento, ma non giustifica il fatto che i confini debbano allora rimanere immutabili. Si potrebbe inoltre rispondere osservando come molti di questi comportamenti siano ben più persistenti nel tempo di quanto si possa immaginare, disegnando in realtà sistemi locali fortemente stabili, rispetto ai quali è del tutto plausibile definire anche i nuovi confini.

Riflettiamo su quali potrebbero essere oggi i nuovi assetti istituzionali occorre intanto partire da una corretta identificazione di quella che dovrebbe essere l’unità, rappresentata a nostro avviso dallo spazio all’interno del quale gli individui vivono la propria quotidianità; ovvero lo spazio all’interno del quale esprimono – e vorrebbero vedere assolta nel confronto con gli amministratori - la parte più rilevante della domanda di beni e servizi. La risposta appare per molti versi ovvia: è l’area all’interno della quale ciascuno vive e lavora. Se potessimo rappresentare nello spazio i punti in cui ciascuno risiede, quelli in cui ciascuno lavora, e poi unire questi punti ci accorgeremo che gli attuali confini comunali sono molto spesso superati e potremmo allo stesso tempo verificare come si siano formati nuovi assetti in grado di definire i veri spazi della vita quotidiana.

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