I beni comuni e patti di collaborazione cosa sono . . . tratto da labsus . . .

Dal nostro punto di vista i beni comuni sono quei beni che se arricchiti arricchiscono tutti, se impoveriti impoveriscono la società nel suo complesso.
Che si tratti di una piazza, di un giardino, di un immobile abbandonato, della memoria storica, c’è un riconoscimento attivo da parte della comunità,che nasce dalla responsabilità universale di cura verso i beni comuni. Una cura da cui tutti possono trarre beneficio, anche chi non può o non vuole attivarsi in prima persona per tutelarli, mantenerli, valorizzarli.
La voce emancipazione sul dizionario Treccani è descritta come “il processo attraverso cui un popolo o una classe sociale si sottrae a una soggezione, a una situazione subalterna e ottiene il riconoscimento dei propri diritti”. L’evoluzione dei Patti di collaborazione, dal 2014 a oggi, può essere raccontata e descritta come un processo di emancipazione: il superamento del “paradigma bipolare” e della conseguente contrapposizione tra cittadini e amministrazione, in favore di una nuova definizione degli equilibri tra responsabilità di governo e autonome iniziative dal basso. L’agire delle comunità, delle organizzazioni, di associazioni, comitati e semplici cittadini sta determinando una ridistribuzione del potere, in particolare a livello locale, in cui alle istituzioni tocca il compito di “favorire” l’autonoma iniziativa di tanti soggetti, diversi tra loro, che contribuiscono, con le loro capacità e competenze, alla risoluzione di problemi che riguardano l’intera collettività.
Non è manutenzione ma cura, non è sostituzione ma assunzione di responsabilità, non è esercizio di potere fine a se stesso ma costruzione di legami di fiducia. Questo era l’auspicio quando nel 2014 i primi patti di collaborazione sono nati nella città di Bologna. Oggi, accanto alla conferma di quanto allora veniva detto, emerge una maggiore consapevolezza delle potenzialità di questo strumento in tutti gli attori coinvolti nei processi e la volontà di andare oltre la semplice testimonianza da parte di un numero sempre più alto di cittadini attivi, amministratori, funzionari che contribuiscono a creare, sperimentare, definire i confini e le caratteristiche di questo istituto giuridico capace di tradurre in pratica il principio costituzionale di sussidiarietà orizzontale.
La consapevolezza dei vantaggi che la collaborazione comporta si rivela la strada giusta, con l’obiettivo di favorire la nascita di una cultura condivisa attraverso momenti formativi strutturati che coinvolgono dipendenti comunali, associazioni, cittadini, insieme.

Formare un team e riuscire a lavorare in armonia con persone nuove migliora il clima di lavoro e di conseguenza aumenta i vantaggi anche in termini di produttività.

L’innovazione sociale insegna ! a fare la differenza non è la natura ma la scala delle sfide che si vogliono affrontare e rispetto alle quali misurare la capacità di apportare cambiamenti positivi e duraturi che fondino, o contribuiscano a fondare, un nuovo sistema.

Da soli non ci si salva !!     

con il buonsenso possiamo costruire le condizione per condivisione e meritocrazia.      

           accelerare l’innovazione e sviluppare Il buon senso

Cerchiamo volonterosi per costruire un pezzo di mondo migliore, una piccola Comunità impegnata ad inventare nuovi modi di pensare, abitare e vivere, aprirsi al lavoro produttivo.Abbiamo idee e progetti ! da proporre ! 

Creare una squadra di persone curiose, creative ed intraprendenti che prima di tutto vogliono scoprire il mondo e fornire le migliori risposte ai problemi che incontrano.

CURIOSI - CREATIVI - INTRAPRENDENTIATTIVI NEL REALIZZARE

Dalle visioni alle strategie, dalle strategie ai progetti - alle realizzazioni.

Organizzazione no profit :

– tel. mobile 347-4629179  e-mail : comitato@trazzeramarina.it

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