Dottor Giordano, Lei è autore del libro Avvoltoi. L’Italia muore loro si arricchiscono. Acqua, rifiuti, trasporti. Un disastro che ci svuota le tasche. Ecco chi ci guadagna edito da Mondadori: chi sono gli Avvoltoi?
Sono quelli che prosperano sulla decomposizione dello Stato. Sono quelli che si riempiono la pancia sui cadaveri dei nostri servizi. Sono quelli che si avventano sul nostro Paese moribondo e se lo fagocitano. Li si riconosce facilmente: sono quelli che diventano ricchi dove tutti gli altri stanno diventando più poveri. Fateci caso: in questi ultimi anni i prezzi dei servizi sono aumentati a dismisura. È una tassazione nascosta, un balzello continuo, un salasso mai considerato dalle statistiche nazionali sulla pressione fiscale. Dicono: le tasse non sono aumentate. Sì, forse. Però le tariffe dell’acqua sono aumentate dell’89 per cento negli ultimi 6 anni, quelle dei trasporti del 70 per cento negli ultimi 13 anni, quelle di alcune autostrade anche del 200 per cento in 14 anni. Paghiamo sempre di più e i servizi, in compenso, diventano sempre peggiori. Dove finiscono questi quattrini? Magari a finanziare l’autoconsulenza d’oro del boss dei trasporti? O la casa in montagna del ras dei rifiuti? O le serate al Twiga (e i film porno) del manager dei treni? O le buonuscite milionarie dei signorotti dell’acqua?
Ci sono troppe persone che si arricchiscono alle spalle dei servizi che non funzionano. Ed è per questo, fra l’altro, che i servizi continuano a non funzionare. Perché a troppe persone conviene che vada avanti così.
Quali sono le sono le vere ragioni dei nostri disagi quotidiani?
La maggior parte di ciò che tocca da vicino la nostra vita quotidiana (salute, benessere, soldi, spostamenti, ecc.) è finito nelle mani degli Avvoltoi. Questa è la colpa più grave di una politica incapace, questa è la colpa storica degli inetti e dei corrotti del Palazzo: aver lasciato campo libero a chi ci sta spolpando. Per colpa di quella politica malata, lo Stato si è pericolosamente avvicinato al trapasso. Vacilla, barcolla, esala gli ultimi respiri. E attorno a questo corpaccione malato, ormai a un passo dal diventare cadavere, si sono levati in volo gli Avvoltoi, che non vedono l’ora di divorarselo tutto. Anzi, hanno già cominciato. Pezzo dopo pezzo, boccone dopo boccone, scandalo dopo scandalo.
Purtroppo le autostrade ci costano assai di più. 5 miliardi è soltanto il regalo che abbiamo fatto all’Autobrennero…
Lo sapete quanto rischia chi traffica in rifiuti? Al massimo 6 anni di carcere. Lo sapete quanto rende trafficare in rifiuti? Molto più che trafficare in cocaina. Ormai anche più che trafficare in immigrati. E soprattutto, come ci spiegherà in questo capitolo un operatore del settore per nulla pentito, è un business che non ha fine: «L’immigrazione, prima o poi, si fermerà. La monnezza si produce per sempre». In effetti: la monnezza si produce per sempre, permette affari pazzeschi e se vieni beccato con le mani nel compost illegale non rischi più di tanto. E allora perché non approfittarne? Si è molto parlato di ecomafie, di casalesi, camorra e criminalità organizzata. Tutto vero. Ma il business della spazzatura non è più Cosa loro. Ormai dilaga. Al Nord, al Centro, al Sud, prende molte strade, s’intrufola nei nostri condomini, ci prosciuga le tasche, ci rovina i terreni sotto casa, s’è messo la grisaglia della finanza, il vestito buono dell’imprenditore, soffia dentro le società quotate in Borsa, produce montagne di quattrini, signorotti locali e nuovi rampanti che riempiono i loro forzieri di denaro e le nostre strade di veleni. Basta annusare un po’ l’aria per capire che qui sotto c’è qualcosa che puzza.
Parliamo dei trasporti pubblici.
Si sono buttati sopra al treno. Proprio così. Non sotto, come forse sarebbe stato meglio. Non dentro, come sono costretti a fare milioni di pendolari ogni giorno in condizioni a volte disumane. No: proprio sopra. Si sono buttati sopra ai treni, sopra agli autobus, sopra ai tram. Si sono buttati sopra le carcasse del trasporto pubblico e se le sono divorate da veri Avvoltoi. È successo un po’ dappertutto, su e giù per l’Italia. Si è discusso tanto di Atac negli ultimi mesi (ne parleremo anche qui, cercando di capire, carte in mano, perché si è arrivati a quella situazione). Ci si è indignati per l’incidente alle porte di Milano. Ma il problema, purtroppo, non è solo a Roma o in Lombardia: dall’Umbria alla Puglia, passando per Torino, Napoli, Bari, ovunque spuntano vagoni d’oro, bus fantasma, treni comprati a caro prezzo e fermi da anni, soldi buttati, soldi intascati, tangenti, operazioni illegali, strane compravendite, manager arricchiti, denari distribuiti a pioggia e utilizzati per tutto, tranne che per migliorare il servizio. Risultato? Le tariffe continuano ad aumentare, i costi pure (lo sapete che come contribuenti paghiamo 6000 euro al minuto per il trasporto pubblico?). Ma questi quattrini non servono per far funzionare come si deve treni, tram e autobus. E allora, vi chiederete, dove finiscono? Ecco, se leggerete questo capitolo lo scoprirete. Magari sono serviti a pagare auto di lusso e film porno a qualche Avvoltoio…
Di chi sono le responsabilità di questo stato di cose?
Penso di aver risposto: la colpa principale è della politica che ha lasciato campo libero agli Avvoltoi. Ma un po’ di responsabilità ce l’ha anche chi si rassegna a questo stato di cose e pensa: “tanto non cambia mai nulla”…
Lei sostiene che gli Avvoltoi di tutti i luoghi e di tutte le epoche hanno un unico grande alleato: l’oscurità. Portarli alla luce e guardarli in faccia significa già cominciare a sconfiggerli?
Non conosco altra via per tentare di cambiare le cose che farle venire fuori dall’oscurità. Smascherarle. Divulgarle. Farle sapere a tutti. Perché sono convinto che gli Avvoltoi di tutti i luoghi e di tutte le epoche abbiano un unico grande alleato: la nostra ignoranza. Sconfiggere lei significa cominciare a battere un po’ anche loro.
Dobbiamo individuare quelle attitudini e quegli schemi che trasformino o creino situazioni diverse dalle attuali assumendo un atteggiamento, presente, attivo e consapevole.
Fare parte di in un team e riuscire a lavorare in armonia con persone nuove migliora il clima di lavoro e di conseguenza aumenta i vantaggi anche in termini di produttività.
con il buonsenso possiamo costruire le condizione per condivisione e meritocrazia.
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