ingratitudine… Abitudine ormai molto diffusa………

Quando proviamo ri­conoscenza per qualcu­no?

A primo impatto direm­mo che la proviamo verso tutti coloro che ci aiutano o ci hanno aiutato, ma non è così !

Chi ama non la prova. Ciascuno fa tutto quello che può per l’amato ma nessuno sente un debito di riconoscenza. Chi si ama non tiene una contabilità del dare e avere: i conti sono sem­pre pari.

Solo quando l’amore fini­sce si riapre la contabilità e ciascu­no scopre di aver dato più di quanto non abbia ricevuto.

Anche fra innamorati ci so­no dei momenti in cui un dei due ti dona qualcosa di straordinario, qualcosa che non ti saresti mai aspettato ed allora ti viene voglia di dirgli un «grazie» che è anche rico­noscenza.

Insomma la riconoscenza nasce dall’inatteso, da un «di più». Perciò la proviamo spesso verso persone che ci fanno del bene spon­taneamente.

Esempio - chi si getta in acqua per salvarci rischian­do la vita, chi soccorre in un inci­dente, chi ci cura quando siamo ammalati. Ma anche chi ci aiuta a scoprire e a mettere a frutto il nostro talento i nostri desideri nel campo del lavoro ed altro, della professione che espletiamo per merito di qualche altro, quando siamo arrivati, gli siamo de­bitori.

La riconoscenza è perciò nel­lo st­esso tempo un grazie e il ricono­scimento dell’eccellenza morale della persona che ci ha aiutato.

Quando proviamo questo senti­mento, di solito pensiamo che dure­­rà tutta la vita, invece spesso ce ne di­mentichiamo. E se quella persona ci ha fatto veramente del bene e ce l’ho dimentichiamo, allo­ra la nostra è ingratitudine.

La chiamerei una ingratitudine legge­ra, perdonabile. Perché purtroppo c’è anche una ingratitudine cattiva, malvagia. Vi sono delle persone che, dopo essere state veramente beneficiate, anziché essere ricono­scenti, provano del rancore, del­l’odio verso i loro benefattori.

Vi so­no allievi che diventano i più feroci critici dei loro maestri o dirigenti che, arrivati al potere diffamano proprio chi li ha promossi.

Da dove nasce questa ingratitudine cattiva?

Dal desiderio sfrenato di eccellere. Costoro pretendono che il loro suc­c­esso sia esclusivamente merito del­la propria bravura e si vergognano ad ammettere di essere stati aiutati.

Così negano l’evidenza, aggredisco­no il loro benefattore. E quanti so­no! State attenti: quando sentite qualcuno diffamare qualcun altro, spesso si tratta di invidia o di ingrati­tudine malvagia.

Cerchiamo di correggere vicendevolmente questi atteggiamenti purtroppo molto diffusi nella nostra vita sociale. Per fare questo bisogna discuterne e portarli alla luce con dei professionisti che sanno trattare queste problematiche sociali.

Il nostro gruppo e alla ricerca  continua di figure professionali per queste affrontare queste ed altre problematiche in volontariato sociale promozionale.

Sei un esperto del settore e vuoi spenderti per il cambiamento :

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