Quando proviamo riconoscenza per qualcuno?
A primo impatto diremmo che la proviamo verso tutti coloro che ci aiutano o ci hanno aiutato, ma non è così !
Chi ama non la prova. Ciascuno fa tutto quello che può per l’amato ma nessuno sente un debito di riconoscenza. Chi si ama non tiene una contabilità del dare e avere: i conti sono sempre pari.
Solo quando l’amore finisce si riapre la contabilità e ciascuno scopre di aver dato più di quanto non abbia ricevuto.
Anche fra innamorati ci sono dei momenti in cui un dei due ti dona qualcosa di straordinario, qualcosa che non ti saresti mai aspettato ed allora ti viene voglia di dirgli un «grazie» che è anche riconoscenza.
Insomma la riconoscenza nasce dall’inatteso, da un «di più». Perciò la proviamo spesso verso persone che ci fanno del bene spontaneamente.
Esempio - chi si getta in acqua per salvarci rischiando la vita, chi soccorre in un incidente, chi ci cura quando siamo ammalati. Ma anche chi ci aiuta a scoprire e a mettere a frutto il nostro talento i nostri desideri nel campo del lavoro ed altro, della professione che espletiamo per merito di qualche altro, quando siamo arrivati, gli siamo debitori.
La riconoscenza è perciò nello stesso tempo un grazie e il riconoscimento dell’eccellenza morale della persona che ci ha aiutato.
Quando proviamo questo sentimento, di solito pensiamo che durerà tutta la vita, invece spesso ce ne dimentichiamo. E se quella persona ci ha fatto veramente del bene e ce l’ho dimentichiamo, allora la nostra è ingratitudine.
La chiamerei una ingratitudine leggera, perdonabile. Perché purtroppo c’è anche una ingratitudine cattiva, malvagia. Vi sono delle persone che, dopo essere state veramente beneficiate, anziché essere riconoscenti, provano del rancore, dell’odio verso i loro benefattori.
Vi sono allievi che diventano i più feroci critici dei loro maestri o dirigenti che, arrivati al potere diffamano proprio chi li ha promossi.
Da dove nasce questa ingratitudine cattiva?
Dal desiderio sfrenato di eccellere. Costoro pretendono che il loro successo sia esclusivamente merito della propria bravura e si vergognano ad ammettere di essere stati aiutati.
Così negano l’evidenza, aggrediscono il loro benefattore. E quanti sono! State attenti: quando sentite qualcuno diffamare qualcun altro, spesso si tratta di invidia o di ingratitudine malvagia.
Cerchiamo di correggere vicendevolmente questi atteggiamenti purtroppo molto diffusi nella nostra vita sociale. Per fare questo bisogna discuterne e portarli alla luce con dei professionisti che sanno trattare queste problematiche sociali.
Il nostro gruppo e alla ricerca continua di figure professionali per queste affrontare queste ed altre problematiche in volontariato sociale promozionale.
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