I beni comuni nelle città, come rinnovare il significato dei beni pubblici, comporta una volontà politica sull’equità di accesso, sull’interdipendenza – anche rispetto alle nuove generazioni – e sui valori condivisi, compreso il valore d’uso.
La gente comune così riconoscerebbe il diritto di accesso all’eredità della natura e dell’umanità, senza sprechi o distruzione di risorse, garantendone la trasmissione alle generazioni future.
Le città sono un’eredità dell’umanità, e, come tale, ciò che viene generato attraverso il contributo di tutti dovrebbe essere utilizzato per perseguire l’interesse generale. Tuttavia, dei diritti e degli interessi del popolo possono generare un immaginario utilitarista, incompatibile con l’adesione cooperativa consapevole che è alla base dei diritti del cittadino. Un immaginario che la porta a diventare “anonima”, paradossalmente appartenente a “tutti”, ma denudata di forma politica, pur essendo oggetto di potere.
La libertà d’interagire per creare un altro senso, altre regole e termini di responsabilità, a differenza della proprietà pubblica e privata governate dal binomio “vietare-lasciar-fare”, deciso verticalmente per mantenere lo status quo.
Si tratta di immaginare nuove azioni, in cui ognuno possa trovare, oltre la dimensione dell’appartenenza, l’opportunità di adeguare il proprio comportamento ad una vita migliore in comune.
Non è un “oggetto in sé” poiché la sua esistenza dipende dall’interazione di una comunità, che lo riconosce come un elemento indispensabile per la coesione sociale. Concepire ciò che è essenziale alla vita in comune e Interagire nella durata.
I cittadini possono essere beneficiari diretti, sostenitori o attivisti per la loro diffusione. di un potere “diffuso” e decentralizzato che assicura l’espansione d’una forma peculiare della “cura sociale e ambientale”, la cura che non è solo dovuta all’utilità del bene, ma alla sua presenza e al suo senso.Un’adesione democratica, consapevole e visibile, vale a dire il riconoscimento della responsabilità condivisa e del suo obiettivo, richiede forme di accordo sul contributo.
L’interpretazione del loro potere trasformativo è assicurata dall’attività di ricerca-azione svolta da Labsus: i Patti riflettono la volontà di un’interazione costruttiva tra amministrazione e cittadini, ed hanno permesso l’emergere di nuovi concetti, diritti, sensi/significati e paradigmi, presentati di seguito.
FONTE: Elaborazione dell’autrice a partire dall’analisi dei materiali prodotti da Labsus dal 2014 ad oggi.
Dobbiamo quindi individuare quelle attitudini e quegli schemi che trasformino o creino situazioni diverse dalle attuali assumendo un atteggiamento, presente, attivo e consapevole.
Formare un team e riuscire a lavorare in armonia con persone nuove migliora il clima di lavoro e di conseguenza aumenta i vantaggi anche in termini di produttività.
L’innovazione sociale insegna ! a fare la differenza non è la natura ma la scala delle sfide che si vogliono affrontare e rispetto alle quali misurare la capacità di apportare cambiamenti positivi e duraturi che fondino, o contribuiscano a fondare, un nuovo sistema.
con il buonsenso possiamo costruire le condizione per condivisione e meritocrazia.
accelerare l’innovazione e sviluppare Il buon senso
Cerchiamo volonterosi per costruire un pezzo di mondo migliore, una piccola Comunità impegnata ad inventare nuovi modi di pensare, abitare e vivere, aprirsi al lavoro produttivo.Abbiamo idee e progetti ! da proporre !
Creare una squadra di persone curiose, creative ed intraprendenti che prima di tutto vogliono scoprire il mondo e fornire le migliori risposte ai problemi che incontrano.
CURIOSI - CREATIVI - INTRAPRENDENTI – ATTIVI NEL REALIZZARE
Dalle visioni alle strategie, dalle strategie ai progetti - alle realizzazioni.
Organizzazione :
– tel. mobile 347-4629179 e-mail : comitato@trazzeramarina.it