Focus group – Partecipa –

Vorremmo organizzare :

Il focus group (o gruppo di discussione) tecnica di rilevazione in cui un gruppo di persone da 5 a max 8 partecipanti, discutono e  si confrontano in merito ad uno o più specifici argomenti sociali.

Il Focus Group consiste nell’incontro con persone che sappiano raccontare il proprio mestiere, trasmettendo la forza e la passione con cui hanno intrapreso e continuano a seguire il proprio percorso professionale.

La parola mestiere evoca una serie di immagini legate alla manualità, alle botteghe artigianali, a lavori eseguiti da maestri che si esprimono con gesti antichi e spesso inimitabili. 
Un mestiere una professione nasce dalla creatività di chi lo esercita, e dall’amore con cui continua a dedicarvisi. 
Ma un mestiere non è solo manualità: è anche pensiero, ricerca e innovazione. 
Non è soltanto ciò che è stato, ma quello che sarà.

La partecipazione al focus group è rivolta ai soggetti interessati agli argomenti finora trattati nel nostro blog.trazzeramarina.it

I partecipanti sono liberi di comunicare tra di loro, nel contesto si dovrebbero individuare un facilitatore o moderatore che gestisca la discussione e stimoli l’interazione.

L’invito è rivolto a :

-  Sociologhi – Psicologi – Pedagoghi – Insegnanti – Dirigenti Scolastici – Rappresentanti  d’istituto – Genitori – decisori - amministratori e tecnici – Imprenditori – Artigiani – Commercianti – Liberi professionisti -

Faremo l’analisi dei risultati della partecipazione e le motivazioni alla base delle decisioni.

 Partire dall’azione

Creare un laboratorio, con metodi coinvolgenti dove il soggetto agisce, è attivo. L’essere attivo si può esplicitare in molti modi e ai due estremi ritroviamo due tipologie: l’attività riproduttiva e quella produttiva -

 E’ attivo il soggetto che copia e migliora la copia, che ripercorre la procedura scelta, che riproduce ciò che ha scelto ; è attivo il soggetto che inventa, che ipotizza nuove strategie risolutive, che produce qualcosa ex novo - concretezza - operatività - essenzialità – sviluppare un piano qualitativo per contributi, da avanzare - stimolare la partecipazione di soggetti che non sarebbe possibile coinvolgere in altri modi e generare cosi nuove idee e proposte

consultazione conclusa - se l’articolazione del processo lo consente e la complessità del tema lo richiede, può essere combinato con altri strumenti (ad esempio forum online) per approfondire argomenti scelte e fattibilità

Andremo a fare squadra con i soggetti in possesso di omogeneità tali da garantire un adeguato interessamento a livello sociale e comunicativo per centrare gli obbiettivi che ci proponiamo.

Esiste una sottile paura della libertà, per cui tutti vogliono essere schiavi. Tutti, naturalmente, parlano della libertà, ma nessuno ha il coraggio di essere davvero libero, perchè quando sei davvero libero, sei solo. E solo se hai il coraggio di essere solo, puoi essere libero.
Osho

Da soli non ci si salva !!  

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fare sistema I^ parte

Per migliorare la competitività in qualsiasi settore la scelta giusta è “fare sistema”. Una formula quasi “magica” considerata in grado di risolvere rapidamente (e magicamente, appunto) ogni problema e’ ridare la giusta collocazione al settore che decide di intraprendere questa pratica nello scenario locale nazionale ed internazionale.

Pur condividendo il suggerimento mi chiedo però se gli operatori dei settori (amministratori pubblici, imprenditori, associazioni di categoria, pro loco, manager, consulenti, ecc.) abbiano una visione unitaria e condivisa di cosa significhi “fare sistema”.
La risposta è sicuramente no; non siamo in presenza di alcuna logica di sistema. Anzi !!

Nonostante lo scenario competitivo sia caratterizzato da grande complessità, dal costante arrivo di nuovi competitors, da consumatori sempre più esigenti e attenti alle “promesse”, da una forte richiesta di personalizzazione del servizio, dal massiccio utilizzo (a tutti i livelli) delle nuove tecnologie e malgrado le dichiarazioni d’intenti in senso opposto, -ad esempio-  gli operatori turistici continuano ad apportare al loro “fare turismo” pochi e limitati correttivi, spesso scarsamente efficaci.

In effetti, per molti anni e, in qualche caso, ancora oggi, gli operatori italiani hanno vissuto di rendita sulle bellezze che la natura e le generazioni passate ci hanno regalato, hanno accumulato profitti significativi, aumentato le proprie dimensioni, conquistato e mantenuto posizioni di leadership.
Tuttavia questi risultati sono stati possibili in epoche in cui i mercati presentavano dinamiche di crescita regolari o facilmente prevedibili, lo sviluppo delle tecnologie applicate erano lente, la domanda di servizi personalizzati era scarsa, la competizione era concentrata in pochi mercati.
Non appena il tasso di cambiamento “a tutti i livelli” ha cominciato a crescere il sistema è entrato in crisi e hanno cominciato ad emergere progressivamente i “sistemi turistici” meglio organizzati, dotati di una forte identità, più flessibili nell’interpretare i nuovi scenari che si andavano delineando sul versante della domanda di turismo (anche se sarebbe più corretto parlare di “turismi”).
I sistemi turistici oggi vincenti sono invece quelli che hanno meglio operato per creare un forte legame con il territorio (“agire localmente - pensare globalmente”), che hanno adottato efficaci e innovative strategie di marketing e comunicazione, che hanno abbandonato la logica autoreferenziale per porsi un’unica domanda: “Cosa vuole, cosa si aspetta, il turista nomade e infedele del terzo millennio?”

Viste queste premesse qual’è la logica strategica, organizzativa e gestionale, che dovrebbe consentire alle imprese italiane di fare “realmente” sistema e di introdurre elementi di creatività e innovazione per aumentare la propria competitività?
Tenendo presente che per il singolo operatore (sia esso pubblico o privato, profit o non profit) è sempre più difficile acquisire e accrescere le proprie capacità competitive in modo autonomo (sia in quantità che in qualità) e in presenza di una domanda che, come abbiamo già visto, rivendica con forza crescente, personalizzazione, creatività, responsabilità, autenticità, rapporto qualità/prezzo, infrastrutture, sostenibilità ambientale, ecc.
Una domanda che richiede, in altre parole, un “sistema” che funzioni nella sua globalità e non solamente un singolo operatore, un singolo segmento, una singola prestazione.
Il turista è oggi molto esigente e non si accontenta più di trovare una personale e parziale risposta al caos organizzativo, ma ricerca un servizio efficace ed efficiente a 360°.
Un servizio fatto sì di cultura (frutto di un lascito eccezionale ma di un restituito sicuramente non all’altezza), paesaggio (sempre meno) ed enogastronomia (dove continuiamo a farci del male con le contraffazioni e la scarsa tutela dei prodotti tipici), ma anche di incontro, di accoglienza, di emozione, di relazione con la comunità. Ecco perché il centro del sistema deve essere il “turista in carne e ossa” e non il turismo erroneamente inteso e vissuto esclusivamente come sistema dell’offerta, con tutte le sue legittime aspettative, ma anche con tutte le chiusure, le rigidità, i conservatorismi, la scarsa cultura d’impresa, l’immobilismo refrattario a ogni cambiamento e innovazione.

Per vincere la sfida della complessità e della competitività è quindi necessario fare sinceramente e con determinazione “sistema”.
Ma come si fa a “fare sistema”?
Uscendo dalla formula magica, le chiavi fondamentali del nuovo paradigma sono essenzialmente due.
Da una parte, creare un elevato numero di interazioni e una forte collaborazione tra tutti i soggetti che possono contribuire al processo di costruzione, comunicazione e vendita del prodotto turistico.
Dall’altra, l’impiego collettivo delle esperienze e delle conoscenze acquisite per sfruttare localmente e rapidamente le opportunità di business che si presentano a livello globale.
La direzione da prendere con determinazione è quella della costruzione di un sistema a rete in cui il focus si sposti dalla semplice e occasionale collaborazione e/o transazione economica, a una più ampia partnership finalizzata alla competizione di sistema o di territorio.

 Quanto fatto finora non è infatti sufficiente; la pressione competitiva richiede un ulteriore e concreto passo in avanti. Fare sistema significa infatti pensare all’offerta turistica in modo globale, integrato e, soprattutto, con una nuova capacità organizzativa.
Nel “sistema” i singoli soggetti mantengono la propria autonomia gestionale ma sono “tenuti insieme” da uno schema organizzativo e da una fitta rete di legami e di relazioni che consente loro di muoversi e di agire come se fossero un’unica impresa.
Il sistema non è quindi una semplice aggregazione informale di imprese e soggetti (vedi gli ormai obsoleti club di prodotto, i consorzi di promozione turistica, ecc.). Ogni singolo attore (sottosistema) persegue con determinazione e con la cultura d’impresa che gli è propria gli obiettivi prefissati, ma è in grado di allinearsi – con tutti o con una parte dei componenti il sistema – per perseguire obiettivi strategici comuni.

Fare sistema non significa quindi “copiare” gli altri; non significa utilizzare le relazioni per “controllare” i concorrenti; non significa “aggregarsi” per strappare qualche contributo pubblico in più; significa guardare tutti nella stessa direzione: collaborare all’interno per competere all’esterno.

 Ogni singolo attore del sistema turistico deve quindi possedere contemporaneamente due caratteristiche: all’interno deve essere unico e originale in modo da differenziarsi nettamente da tutti gli altri soggetti che fanno parte del sistema; all’esterno deve invece evidenziare, anche e soprattutto, le specificità e le proprietà del sistema di cui fa parte e che lo distinguono dagli altri sistemi in competizione.

fonte: FPA  G. Vecchiato
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Comportamenti da tiro alla fune !

Molti personaggi Grazie alla propria posizione di potere e al ruolo che ricoprono, possono facilmente vincere ogni partita facendo leva sulla propria autorevolezza o a volte autorità.

Non è certo questo l’approccio migliore perché cosi facendo si obbligano le persone non in possesso degli stessi poteri ad essere solo ubbidienti, non giocare la partita e, quindi, non ci consentono neppure di scegliere.

La nostra vita è una continua scelta. “Scelta di cedere o continuare”.   Scelta di rialzarsi o abbandonare.
È una continua sfida da affrontare, è una continua corsa ad ostacoli da superare.
La vita; è come il tiro alla fune, se allenti un pò la presa rischi di perdere, perdere; la giusta direzione da prendere.
Ma se non rischi almeno un pò, ti ritroverai sempre lì tra il dentro e il fuori senza scoprire che cosa c’è al di là del muro chiamato pigrizia !

Esprimiti in tutti i modi possibili, senza paura.
Non c’è nulla da temere, né esiste qualcuno che ti punirà o ti premierà.
Se esprimi il tuo essere nella sua forma più autentica, nel suo flusso naturale, sarai immediatamente ricompensato.

“Con noi Libertà totale di essere se stessi.”“Libertà totale di essere se stessi.”

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una sana contrapposizione di idee

In fondo è che il riflesso a creare contrapposizioni deriva da una sorta di educazione (in realtà diseducazione) prodotta dallo scenario mediatico precedente a quello digitale – dalle persone che creano ad hoc situazioni per mere finalità.

Quando, infatti, i mass media erano l’unico orizzonte della comunicazione di massa, la retorica “dell’uno contro l’altro“ era la modalità più a buon mercato per attirare l’attenzione. Dalle pagine di giornale impostate con le classiche interviste pro/contro, ai talk show con i vari interlocutori posizionati in base a una opposta visione su una certa questione: il conflitto è sempre stato il fattore di notiziabilità più immediato e facile da proporre (e lo è ancora – forse più di prima !).

Lo spirito di contrapposizione è anche maturato per il tipo di scenario. Prima del Web i media hanno sempre funzionato secondo uno schema con diffusione di contenuti “da uno a molti“. Il mezzo di comunicazione (radio, tv, giornale, ecc.) deteneva la possibilità esclusiva – diremmo il potere – di proporre temi e prospettive alla moltitudine. Il pubblico contava solo nella sua possibilità di ascoltare, leggere, vedere (era parte debole). Non aveva una vera voce in capitolo se non per protesta: lettere ai giornali, associazioni di ascoltatori, manifestazioni pubbliche, ecc.

Questo schema ha fatto sì che in ognuno maturasse il riflesso a reagire con un’opposizione di fronte ai temi affrontati secondo schemi diversi dai propri. È esattamente ciò che accade sui social: quando interagiamo con un post, che sia una notizia o una riflessione di qualcuno, il primo approccio è spesso quello di esprimere una posizione di conflitto (d’accordo/non d’accordo, favorevole/contrario). Succede anche nella elaborazione: quando segnaliamo qualcosa tendiamo a farlo spesso per protestare o per denunciare una notizia/contenuto che riteniamo negativo.
Lo spazio è aperto, disponibile
Mio modesto pensiero è che questa modalità è la meno efficace nello schema conversazionale. Infatti lo spazio online non è come quello dello scenario dei media di massa. Non c’è bisogno di guadagnarsi l’attenzione attraverso conflitti e contrapposizioni perché lo spazio c’è ed è disponibile anche per i “deboli“. Non c’è l’editore di internet, ci siamo noi con quello che diciamo e con il “come” lo diciamo in connessione con gli altri. A noi insomma la possibilità di aprire scenari e discussioni nelle modalità che riteniamo migliori, quella conflittuale non è obbligatoria né la più efficace.
Invece di protestare e denunciare – ci si deve concentrare a offrire spunti, a suggerire riflessioni rilevanti, cambiare atteggiamenti, partecipare fattivamente in un modo che migliora realmente la vita dell’altro, si è nella modalità più promettente per lo scenario digitale. Chiamo questo spazio “lo spazio di valore“, quello in cui ciascuno si dedica a entrare in relazione con l’altro portando qualcosa, un valore aggiunto: mettere del proprio per il bene di entrambi, invece di dedicarsi a delineare differenze.

Lo spazio di valore è il tempo

A ben guardare infatti quello “di valore” non è uno spazio ma il tempo. Ci vuole tempo per costruire relazioni, per capire, per avere la pazienza di affrontare certi temi. Chi frequenta i social curando la dimensione del tempo pensa a coloro con cui ha a che fare, prima ancora di cercare like facili. Pensa al passato, al presente e anche al futuro. È consapevole che certe cose, che oggi sembrano fondamentali e primarie, fra un po’ saranno in secondo piano. Pensa che se anche ci fosse frizione, fraintendimento, incidente, si può sempre recuperare perché c’è tempo. È consapevole che non tutto si può risolvere subito, soprattutto quando ci si sta confrontando su temi essenziali per la vita umana, ed è disposto a fermare la discussione per riprenderla in un secondo momento. Infine: la dimensione del tempo è la dimensione di ciò che dura, che rimane, ciò che veramente conta.

Che succede invece se, in tutti i casi che abbiamo citato, si fa il movimento opposto? Se ci avviciniamo, il profugo si mostra per quello che è: una persona – come me – in una condizione di bisogno; l’esponente dell’altra religione-dell’altro partito, al di là del suo modo di vestire, di parlare, di vedere il mondo, si presenta come un mio simile che crede in cose diverse; persino l’avversario ideologico lo posso prendere per ciò che è: uno come me che si è fatto un’idea differente del mondo.
Da vicino, nonostante mondi e schemi diversi, ci si riconosce tra persone. E si ha meno paura. È esattamente ciò a cui sta invitando, credenti e non, Papa Francesco con il suo comportamento. Il Papa vive la modalità di avvicinamento all’altro come stile di vita. La sua insistenza per gli ultimi non è altro che questo: il mondo si vede bene non dalla distanza della visione aerea ma dal basso del contatto con chi sta nella posizione più svantaggiata.

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diventa un portavoce sociale

I Portavoce sono persone che hanno così tanto a cuore la loro comunità, da prendere l’iniziativa e aggiungervi la magia del contatto per l’aggregazione.

I portavoce mettono parecchia energia nell’organizzare i loro Contatti.

Partecipare attivamente al Comitato è esaltante entusiasmante poichè ti occupi del sociale della comunità in cui vivi a 360°.

Una volta che il Comitato è aperto, il  portavoce è la persona su cui fare affidamento perché svolga e si assicuri che le porte siano aperte prendendosi cura delle varie cose.

Senza Portavoce, non ci sarebbe nessun Comitato.

Per questo dobbiamo sostenerlo in ogni modo per aiutare sensibilizzare la partecipazione sociale così si cresce sempre di più. Non essere da solo.

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segnalazione bandi e contributi per imprenditori

IPER E SUPER AMMORTAMENTO

FINALITA’ IPER E SUPER AMMORTAMENTO: Supportare e incentivare le imprese che investono in beni strumentali nuovi, in beni materiali e immateriali (software e sistemi IT) funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi. AGEVOLAZIONE IPER-AMMORTAMENTO: supervalutazione del 250% degli investimenti in beni materiali nuovi, dispositivi e tecnologie abilitanti la trasformazione in chiave 4.0 acquistati o in leasing
AGEVOLAZIONE SUPERAMMORTAMENTO: supervalutazione del 140% degli investimenti in beni strumentali nuovi acquistati o in leasing. Per chi beneficia dell’iper ammortamento possibilità di fruire dell’agevolazione anche per gli investimenti in beni strumentali immateriali (software e sistemi IT).
CUMULABILITA’ : il beneficio è cumulabile con: -Nuova Sabatini; -Credito d’imposta per attività di Ricerca e Sviluppo; -Patent Box; -Incentivi alla patrimonializzazione delle imprese (ACE); -Incentivi agli investimenti in Start up e PMI innovative; -Fondo Centrale di Garanzia
BENEFICIARI: tutti i soggetti titolari di reddito d’impresa, comprese le imprese individuali assoggettate all’IRI, con sede fiscale in Italia, incluse le stabili organizzazioni di imprese residenti all’estero, indipendentemente dalla forma giuridica, dalla dimensione aziendale e dal settore economico in cui operano.
REQUISITI: il diritto al beneficio fiscale matura quando l’ordine e il pagamento di almeno il 20% di anticipo sono effettuati entro il 31 dicembre 2017 e la consegna del bene avviene entro il 30 giugno 2018.
Per gli investimenti in iper-ammortamento superiori a 500.000 € per singolo bene è necessaria una perizia tecnica giurata da parte di un perito o ingegnere iscritti nei rispettivi albi professionali attestante che il bene possiede caratteristiche tecniche tali da includerlo negli elenchi di cui all’allegato A o all’allegato B della legge di Bilancio 2017.
DOMANDA DI ACCESSO: si accede in maniera automatica in fase di redazione di bilancio e tramite autocertificazione.

Chiarimenti sull’iper ammortamento

L’iper ammortamento, l’agevolazione che premia l’industria in chiave 4.0, consente una maxi maggiorazione del 150% sul costo deducibile di tutti i beni strumentali acquistati per trasformare l’impresa in chiave tecnologica.

La platea dei soggetti interessati dalla maggiorazione del 150% è più ristretta ed è limitata soltanto i titolari di reddito d’impresa.

In caso di dubbi sull’ammissibilità all’agevolazione di una specifica macchina è possibile richiedere un parere tecnico al Mise; se l’incertezza relativa all’agevolazione è, invece, di natura tributaria, si può presentare interpello ordinario all’Agenzia delle Entrate.

 

BANDI EUROPEI: ecco le principali call attive nel mese di aprile 2017. Si tratta dei principali programmi europei a gestione diretta

PROGRAMMI EUROPEI A GESTIONE DIRETTA: ecco le principali call attive nel mese di aprile 2017.
PROGRAMMI EUROPEI A GESTIONE DIRETTA: si tratta dei pricipali programmi europei a gestione diretta: Horizon 2020, di Creative Europe di Employment and social innovation (EASI), oltre al programma 2017 di Europe for Citizen.
HORIZON 2020, il programma strategico che sostiene la ricerca e l’innovazione per creare un’economia europea inclusiva e basata sulla conoscenza e lo sviluppo in tutta l’Unione.
Il programma è suddiviso in tre priorità strategiche o Pilastri: 1) Ecellenza scientifica, 2) Leadership industriale; 3) Sfide per la società.
DOTAZIONE FINANZIARIA: 87.740 milioni di euro. Il programma Horizon 2020 è uno dei più importanti fondi europei.
CREATIVE EUROPE: con il programma Creative Europe l’Unione Europea intende sostenere la cultura in tutti i paesi membri.
FINALITA’: parliamo di sostegno alle attività cinematografiche, all’editoria, al teatro, agli artisti e ai professionisti della cultura.
DOTAZIONE FINANZIARIA: Creative Europe ha una dotazione finanziaria di 1.462.724 milioni di euro.
SOTTOPROGRAMMI DI “CREATIVE EUROPE“: due sotto programmi: 1) Media e Cultura; 2) e in una sezione Transettoriale.
EUROPE FOR CITIZENS: è il programma dedicato a promuovere la cittadinanza europea.
DOTAZIONE FINANZIARIA: 185.468 milioni di euro
ASSI PRIORITARI: “Europe for Citizen” è suddiviso in due Assi prioritari:  Asse 1): Memoria europea, e Asse 2): Impegno democratico e partecipazione,  e un’Azione trasversale di Valorizzazione.
EMPLOYMENT AND SOCIAL INNOVATION: Il programma che con 919.469 milioni di euro finanzia i sotto programmi (Assi) Progress, Eures e Microfinanza e imprenditoria.
FINALITÀ: il suo obiettivo è realizzare azioni coordinate per sviluppare l’occupazione, l’innovazione, l’inclusione sociale, la mobilità geografica, i sistemi di protezione sociale e modernizzare la legislazione europea.

Clausola di esclusione di responsabilità

Non assumiamo alcuna responsabilità per quanto riguarda il contenuto delle schede di sintesi proposte e ricordamo che fanno fede unicamente i testi ufficiali e completi dei bandi e relativi documenti.

N.B. in caso vorreste affrontare un percorso di progettazione di sviluppo tecnologico in ambito informatico a livello software e hardware sappiate che possiamo fornire consulenza tecnica e commerciale per affrontarli, siamo presenti nel settore con competenza da oltre 30 anni.  

contatti tel. mob. 347-4629179  

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Erasmus per giovani imprenditori

UNIONE EUROPEA: ERASMUS PER GIOVANI IMPRENDITORI.
La Commissione europea incentiva non solo la nascita di nuove realtà imprenditoriali da parte dei giovani, ma anche gli scambi e la formazione professionale presso le aziende nei vari Paesi dell’Ue.
IL PROGRAMMA ERASMUS per giovani imprenditori (Erasmus for Young Entrepeneurs) nasce come risposta innovativa alle necessità di sviluppo dell’imprenditorialità e della cooperazione economica di natura transnazionale.
OBIETTIVI:- offre ai nuovi imprenditori la possibilità di rapportarsi direttamente con imprenditori già affermati che gestiscono PMI in un altro Paese dell’UE, per permettere uno scambio di competenze;
- favorisce lo scambio d’esperienze tra nuovi imprenditori e professionisti già affermati;
- permette anche ad imprenditori già affermati di sviluppare relazioni commerciali con altri Paesi.

AGEVOLAZIONI: offre l’opportunità di collaborare, per un periodo da uno a massimo sei mesi, con un imprenditore già affermato in una PMI di un altro Paese dell’UE.
Il nuovo imprenditore potrà acquisire conoscenze chiave in materia di costituzione e gestione di PMI nei vari campi.
CHI PUÒ PARTECIPARE:1) Neo imprenditori: giovani che vogliono costituire una propria impresa o l’hanno costituita nel corso degli ultimi tre anni. 2)Imprenditori ospitanti: titolari o responsabili già affermati di una PMI nell’Unione europea.
ITER OPERATIVO: il neo-imprenditore (NE) e l’imprenditore ospitante (HE) devono contattare il Centro di contatto locale che valuta la candidatura e favorisce il rapporto fra i partner.
SUPPORTO FINANZIARIO: il Programma fornisce pure un supporto finanziario ai partecipanti in base al Paese in cui si soggiornerà.
OSPITARE UN TIROCINANTE PRESSO LA PROPRIA AZIENDA: è possibile attivare tirocini per poter ospitare un tirocinante attraverso il programma ErasmusPlus presso la propria azienda.

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società del potere diffuso con assoggettamento

La prospettiva dalla quale guardare al potere, sostituisce la “prospettiva a volo d’uccello”, propria dei filosofi che pretendono di dare, dall’alto, una visione globale della sovranità, con la prospettiva della rana”, che, da una posizione decentrata, de angolata, segue la vita reale nelle sue piccolezze, nelle sue apparentemente irrilevanti casualità.

Facendo un’analisi dal basso, si vuol portare alla luce ciò che si nasconde sotto la superficie dei fenomeni, che esamina non il potere sovrano che promana dall’alto e si esercita verso il basso ma i Micropoteri che sono diffusi e in atto a livello del quotidiano, gli effetti fra sapere e potere il nesso è profondo e strettissimo: l’analisi mostra che non c’è verità che non sia coinvolta in un rapporto di forza, che sapere e scienza sono non solo strumento ed effetto ma esse stesse forme di dominio, microsistemi di potere. Sapere e potere si condizionano reciprocamente e l’uomo è preso dentro il loro circolo: L’uomo si illude, quindi, quando si ritiene soggetto sovrano dei propri atti cognitivi e linguistici, padrone assoluto di sé, signore della storia di cui crede di conoscere il senso e il fine, mentre questa, in realtà, non è il risultato delle azioni coscienti dell’uomo.

Ragione Umana. La razionalità, l’intelligenza, la logica sono le uniche doti positive considerate essenziali e capaci di risalire alle fonti della conoscenza ed individuare i percorsi filosofici e politici nei quali si afferma la preminenza dell’Uomo, misura ed unico referente della Storia.

“La volontà di sapere”, terreno di verifica di questa ipotesi, questa non è stata repressa dalla chiesa o dalla morale borghese, come, d’altronde fermandosi alle apparenze potrebbe sembrare, non proibita e tenuta segreta. Attraverso il sapere, il soggetto è stato costruito come suddito, è stato assoggettato al potere.

Ecco perché il potere non si limita semplicemente a reprimere, il potere fa molto di più: produce, in questo caso, il soggetto e i saperi.

Respinte le interpretazioni più diffuse del potere, che lo collocano in luoghi riconosciuti, nello stato, nella legge, nel dominio di classe, si dice che il potere non occupa un luogo unico privilegiato, né dipende da un unico soggetto identificabile una volta per tutte. Lo stato, le leggi, le egemonie sociali sono soltanto effetti e manifestazioni sul piano istituzionale di rapporti e strategie di potere. Il potere è, invece, anonimamente diffuso ovunque; è onnipresente e dappertutto, “non perché inglobi tutto, ma perché viene da ogni dove” Il potere coincide con la molteplicità dei rapporti di forza”, che variamente si intrecciano e si contrappongono; il potere ha quindi un carattere mutevole e instabile. Il potere è una relazione fra individui e la società è attraversata da rapporti di potere: ogni rapporto sociale è un rapporto di potere perchè il soggetto, animato da volontà di potenza, è per sua natura polemico e guerreggiante. L’analisi dal basso fa così vedere che la società non nasce dal contratto ma dalla guerra, dallo scontro, dall’assoggettamento.

Gli apparati della produzione, le famiglie, i gruppi ristretti, le istituzioni sono attraversati da rapporti di forza perché tutte le relazioni, ad ogni livello, sono relazioni di potere. L’uomo, essere sociale, è esso stesso il nocciolo del potere è il biopotere, il potere che si esercita positivamente sulla vita, nel senso che la gestisce, la potenzia, la plasma riuscendo a regolarla e a controllarla in modo sempre più capillare e preciso. Suo oggetto è il corpo dell’individuo e il corpo-specie della popolazione; le discipline del corpo e i saperi che mirano a regolare la popolazione costituiscono i due poli attorno ai quali si è sviluppata l’organizzazione del potere sulla vita. L’ effetto storico è una società normalizzata, in cui i corpi sono plasmati, gli individui irreggimentati nella scuola , nella caserma, nell’ospedale, nella fabbrica.

Il potere, con il fine di potenziare se stesso, potenzia l’oggetto su cui si scarica, rendendolo così però ancor più soggetto al proprio assoggettamento. Il potere plasma l’io e, nell’età dei diritti, produce per l’io un regime di libertà affinché l’io assecondi e accresca il potere.

Sembra non esserci spazio al di fuori del potere, sembra non essere possibile una libertà contro il potere. Il potere è una relazione che ha il suo punto di attacco nel corpo e che attraverso il corpo organizza masse di individui. Ma il corpo, non è malleabile all’infinito; il corpo oppone resistenza: “là dove c’è potere, c’è resistenza” e questa “non è mai in posizione di esteriorità rispetto al potere”. La resistenza è l’altro termine nella relazione di potere . Ciò non significa che la resistenza sia inevitabilmente soggiogata al potere cui pare contrapporsi, ma che il potere ha bisogno di un punto di contrasto con cui misurarsi. Lottare contro il potere è allora potenziare la resistenza.

Ma il rischio è, nell’organizzare la resistenza, di riprodurre la strategia del potere. In quanto organizzazioni e quindi forme di potere.

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Cerchiamo volontari per costruire un pezzo di mondo migliore, una piccola Comunità impegnata ad inventare nuovi modi di pensare - confrontarsi democraticamente – valutare agire – trovare soluzioni - abitare e vivere.

Dalle visioni alle strategie, dalle strategie ai progetti.

Organizzazione – tel. mob. 347-4629179  e-mail : comitato@trazzeramarina

 

Comunicazione e marketing, guadagna subito con le tue idee

E’ online la nuova gara in comunicazione e marketing lanciata sulla nostra piattaforma da QiBit,  la divisione ICT di una delle principali agenzie per il lavoro, Gi Group SpA. La sfida proposta è particolarmente affascinante e permetterà ai partecipanti di dare espressione concreta al proprio talento e alle proprie idee innovative. E mette a disposizione un premio niente male!

QiBit, è la divisione ICT di Gi Group SpA. È la guida ideale per trovare lavoro nel mondo dell’IT in costante evoluzione, grazie all’esperienza e  al know-how acquisiti nel supportare il percorso di carriera dei candidati e offrendo possibilità professionali attraverso il contatto con importanti aziende del settore.

QiBit accompagna neolaureati in materie tecnico – scientifiche nella loro crescita professionale presso aziende clienti e Partner tecnologici, attivi principalmente nei settori bancario, assicurativo, telecomunicazioni, utilities, e-commerce tramite i percorsi formativi delle ACADEMY JUNIOR TALENT.

La società è ora alla ricerca di maggiore coinvolgimento con la popolazione degli studenti universitari e per questo motivo è proprio a loro che si rivolge direttamente per avere proposte “fresche” e “out of the box” per un piano di marketing. Per esempio, cerca suggerimenti sul brand QiBit, su nuovi servizi del sito utili per lo studente e sul restyling del sito stesso.

Insomma per gli studenti del marketing e della comunicazione o i semplici appassionati della materia, c’è spazio per mettere alla prova competenze e creatività.

Il tempo messo a disposizione è abbastanza ampio, la scadenza della gara è il 31 maggio prossimo. Tra tutti i progetti ricevuti, QiBiT selezionerà 5 finalisti che avranno l’opportunità di raccontare le loro idee di persona in un evento finale dedicato. Mettiti d’impegno, come un vero professionista, la competizione sulla nostra piattaforma è sempre molto alta!

Last, but not least,  tra i 5 finalisti verrà selezionato 1 vincitore a cui verrà assegnato un premio di 700€. Gli altri 4 finalisti riceveranno un rimborso spese di 200€ cadauno.

Possono partecipare studenti e neolaureati in tutte le facoltà e di qualunque angolo d’Italia.

Iscriviti subito alla gara!

Da soli non ci si salva !!  

  con il buonsenso possiamo costruire le condizione per condivisione e meritocrazia.

                         accelerare l’innovazione e sviluppare Il buon senso

Cerchiamo volontari per costruire un pezzo di mondo migliore, una piccola Comunità impegnata ad inventare nuovi modi di pensare, abitare e vivere

Dalle visioni alle strategie, dalle strategie ai progetti.

Organizzazione – tel. mob. 347-4629179  e-mail : comitato@trazzeramarina