Storie da scoprire Il Gattopardo (1958), di Giuseppe Tomasi di Lampedusa
Nel maggio 1860, il generale Garibaldi sbarca a Marsala, in Sicilia. La borghesia faccendiera dell’isola è in fermento, sentendo come imminente un cambio non solo di potere politico, ma anche economico e sociale. Il principe don Fabrizio Salina (il cui stemma mostra la figura del gattopardo che dà il titolo al romanzo) osserva con ironia e distacco quanto sta avvenendo: pur non amando i cambiamenti, non fa nulla per mantenere il vecchio ordine sociale, ma attende senza reagire la rovina della propria famiglia e della propria classe. Il nipote Tancredi, invece, un giovane lucido e spregiudicato, non esita a schierarsi con i nuovi dominatori, nella convinzione che tocchi ancora una volta all’aristocrazia governare il cambiamento. Alle accuse dello zio, che lo rimprovera di essersi messo dalla parte di «mafiosi e imbroglioni», Tancredi risponde con una celebre frase «Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi». Tancredi, per farsi strada, sposa la figlia di un ricco borghese disonesto e ignorante, Calogero Sedara. Con questo matrimonio, il giovane riesce in parte a salvaguardare la sua posizione economica e sociale. Don Fabrizio, dal canto suo, non intende mischiarsi con la volgarità e il cinismo dei nuovi ricchi e rifiuta l’offerta di collaborazione che il governo sabaudo gli offre nominandolo senatore. Suggerisce al suo posto il nome di Calogero Sedara. Di fatto egli attende soltanto la morte e il suo casato non gli sopravviverà a lungo.
Fonte : Questo file è un’estensione online del corso N. Perego, E. Ghislanzoni Parole in viaggio – Narrativa. Copyright © 2011 Zanichelli editore [6781]
leggi :http://online.scuola.zanichelli.it/paroleinviaggio/files/2011/09/parole_in_viaggio_narrativa_la_storia_03.pdf
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