Condivisione, appropriazione, trasparenza – le tre facce che ci circondano !!

Oggi la rete è condivisione: è la sua natura. Attraverso mezzi sempre nuovi ci permette di condividere informazioni, opinioni, emozioni, conoscenza, memoria, intelligenza e anche la nostra identità. Da questa condivisione derivano così tanti benefici sociali e personali che si può pensare a un fenomeno di civilizzazione sociale, più ancora che tecnologico. Condividendo i nostri dati, le attività e persino la posizione geografica, diventano trasparenti, ma a volte più per gli altri che per noi stessi. Infatti non abbiamo accesso a tutto ciò che si sa su di noi, il cosiddetto “inconscio digitale” (ossia le informazioni che si trovano online su di noi e che non sappiamo).

Dunque la trasparenza, se ben gestita, è un bene o no?

Il problema è che in questa epoca di transizione non c’è simmetria tra l’utente e la rete: il “Big Data” permette infatti alle imprese e al governo di appropriarsi dei nostri dati.

Vuoi partecipare come volontario alla rete del Comitato Spontaneo Trazzera Marina  ? 

Sei uno studente delle scuole secondarie di secondo grado (ultimo biennio) o dell’università.

Sei uno studente delle scuole superiori di secondo grado e vuoi fare il volontario?

Per gli studenti che verranno da fuori Capo d’Orlando non sono previsti rimborsi spese per viaggi e/o ospitalità.

La collaborazione dei volontari è fondamentale per la buona riuscita dell’aggregazione e la partecipazione hai partenariati Europei vi ringraziamo anticipatamente per eventuali collaborazioni.

 Aspettiamo numerosi contatti per il primo incontro.

Da soli non ci si salva !!  

Nessuno si salva da solo”.

Segreteria - tel. mob. 347-4629179           e-mail : comitato@trazzeramarina.it

A Cura della Segreteria

   Carlo Librizzi

 

Abbattere il senso comune

La credibilità è sempre una relazione tra emittente e ricevente/pubblico, per cui una credibilità universale ed un discredito universale sono i poli estremi  sul quale si collocano tante forme e modi di credibilità. Spesso chi è credibile presso un interlocutore o un pubblico non lo è per le stesse ragioni presso un altro, come mostra,  il caso di molti leader carismatici. I credibili rappresentano delle personalità eccezionali, dotate di qualità quasi sovrumane e di una credibilità illimitata.

Il problema della credibilità di una persona non si pone nei rapporti di familiarità perchè le lunghe frequentazioni permettono di maturarla e sperimentarla nel tempo (anche la familiarità, comunque, non è esente da rischi perchè espone alla manipolazione).


Il problema della credibilità di una persona si pone soprattutto nelle relazioni caratterizzate da livelli crescenti di estraneità e talvolta richiede, affinchè una relazione possa iniziare, una anticipazione di credibilità.


Nel valutare le condizioni per accordare tale anticipazione entra in gioco il concetto di fiducia che è complementare alla credibilità, nel senso che si può parlare di fiducia solo quando l’altra persona è libera di tradirla, non vincolata da norme o imposizioni.

Quando comunichiamo non siamo quasi mai individui generici ma, la maggior parte delle volte, ci portiamo dietro un ruolo specifico riconosciuto dalla società: padre, insegnante, medico, manager, politico, operaio, ecc. I diversi ruoli professionali posseggono già, di per s’è, una credibilità riconosciuta: la credibilità del ruolo che influenza positivamente o negativamente la nostra percezione dell’altro.
Insieme a questo tipo di credibilità ve ne è però uno più pertinente alla persona che stiamo valutando ed è la credibilità nel ruolo. Essa equivale al modo in cui quella specifica persona interpreta quel ruolo, con i suoi personali pregi e difetti. Questi due tipi di credibilità si influenzano e, di solito, se si ha un ruolo socialmente credibile si tende a interpretarlo in modo da rafforzarlo. Talvolta ciò non accade: ad esempio in Italia, negli ultimi anni, il patrimonio di credibilità del ruolo politico è stato sperperato da comportamenti personali discutibili sul piano etico.

Nella costruzione della fiducia, in mancanza di situazioni di familiarità, influiscono anche le rappresentazioni della società offerte dai mezzi di comunicazione di massa, ad esempio l’esposizione alla violenza nelle fiction in TV. La violenza in TV produce la convinzione che anche nella propria realtà sociale vi sia violenza e che esista un’alta probabilità di rimanerne vittima. La Televisione, deve essere una occasione di riflessione sul mondo reale, non può sostituirsi alla realtà nelle persone che si espongono per molte ore al giorno ai suoi programmi.

Con questi atteggiamenti le persone vengono “coltivate” fin dall’infanzia ad accettare storie, preferenze, messaggi dalla TV anzi chè dalle persone reali del loro ambiente sociale.

E’ utile sapere che esistono metodi come l’ingegneria sociale consiste nel raccogliere informazioni sulla vittime (spesso per telefono) per poi arrivare all’attacco vero e proprio (di solito di natura informatica).

L’ingegneria sociale impiega metodi quali: nascondere la propria identità, mentire, ingannare, rendersi credibili e sfrutta alcune tendenze generali dell’essere umano: il desiderio di rendersi utile, la tendenza alla credulità, la paura di mettersi nei guai (se non rispondono alle richieste).

Fare gruppo serve anche a documentarsi ed informarsi, nei dettagli in che modo vengono effettuati i tentativi di manipolazione e come imparare a difendersi.

 

 

 

Il cambiamento ! ! .. . . . . . Azione Sociale …….

Il tema del miglioramento o cambiamento dei comportamenti sociali si traduce immediatamente nel problema “su che cosa occorre agire”. È opportuno agire su tutti i fattori?

In realtà i comportamenti sociali sono responsabili dei risultati complessivi ed è proprio agendo sui primi che è possibile ottenere la quasi totalità dei risultati.

La focalizzazione, è il criterio del successo dell’azione nel sociale e la teoria dei vincoli che blocca il cambiamento o miglioramento, puntare a fornire il necessario obbiettivo trovando un percorso e offrendo una metodologia utile al governo del cambiamento.

In genere si ritiene che valga la massima “Fare di più è meglio” ma non è sempre cosi.

Quali sono le caratteristiche dei ‘vincoli reali’ e come identificare i fattori che ci limitano?

  •     Produci davvero in modo efficiente?
  •     Come trasformare il vincolo in opportunità?
  •     Quali sono i modelli logici predefiniti e i programmi  in grado di garantire il successo del progetto?
  •     Dal vincolo di riferimento alla produzione “diversificata“: un’esperienza concreta.

Questi i temi al centro del nostro progetto che si rivolge a tutti coloro che vogliono il cambiamento con i fatti, non solo parole nei periodi che fanno comodo !!!…

Un’occasione unica per  cercare di acquisire competenze e reale conoscenza delle metodologie strategiche e suoi riflessi nei processi sociali.

La partecipazione viene richiesta dal bisogno di Socializzare e di Evolversi.

E’ rivolta a tutti coloro che hanno il compito di scegliere indirizzare e gestire il sociale  (Imprenditori, Amministratori, Docenti, Dirigenti Scolastici, Artigiani, Commercianti, Lavoratori dipendenti e Autonomi, Studenti, Giovani adolescenti.

Partecipa attivamente nel Comitato Spontaneo Trazzera Marina !!  

Non stare a guardare quello che accade e criticare senza costruire !!

Prendi l’iniziativa attivati !!

Le responsabilità di ciò che accade è di tutti non solo di una parte !!

 

 

Prevenzione dei comportamenti prevaricatori “Socializzare per prevenire”

La società oggi deve essere vissuta sempre di più come un momento di socializzazione, un “luogo” dove si possono incontrate persone, rapportare esperienze di vita, fare squadra, per avere possibilità di essere riconosciuti, finora nel nostro territorio niente di questo si è avverato. Di questo ed altro ci Occuperemo.

In questo ambito dovremmo redigere i progetti e i percorsi di tipo preventivo ed educativo che il Comitato Spontaneo Trazzera Marina vuole realizzare nelle scuole di diverso ordine e grado. Tali progetti costituiscono o per modalità di esecuzione o per il tipo di tema trattato, una sintesi delle esperienze più proficue maturate nel tempo facendo prevenzione nelle scuole e collaborando direttamente con insegnanti e genitori, per la realizzazione di attività che promuovono il benessere e la crescita di bambini e bambine e degli adolescenti.

Allo stesso tempo si inseriscono, all’interno di questo ambito di intervento, le sperimentazioni rispetto a nuovi percorsi formativi, a diversi modi di collaborare con le scuole ed a interventi di ricerca ed applicazioni sui temi di cui si occuperanno le Associazioni aderenti dei vari settori di riferimento.

Un percorso preventivo ed educativo per le classi sia della scuola primaria sia per le classi della scuola secondaria di primo grado.

Le attività educative  devono mirare alla valorizzazione dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e ragazze, dei loro pensieri e giudizi, delle loro esperienze, abilità e competenze, sostenendo e potenziando, allo stesso tempo, le relazioni basilari con famiglie e docenti.

Attraverso le loro parole, i loro pensieri e giudizi, si costruiscono gli incontri, insieme con le insegnanti e con le operatrici/operatori.

I laboratori con le classi devono avvenire attraverso discussioni e scambi in gruppo, sul come si comunica, sul come imparare a leggere le emozioni proprie e quelle degli altri, su come sia possibile discutere in modo proficuo, imparando a negoziare, a mediare, a criticare in modo costruttivo.

Si può imparare a risolvere i problemi insieme, come gruppo, e a partecipare responsabilmente.

Fare della classe, della scuola, un luogo ove stare bene, consente ai bambini e bambine e ai più giovani di crescere coltivando progetti di vivibilità per l’oggi e per il domani con soddisfazione alla vita della classe della scuola e della società.

 

 

Competenza: per costruire il proprio sapere

Competenzaè parola usuale, ma ogni sua definizione è piuttosto variegata.

  • complesso: si tratta dell’insieme di  componenti:
  • uso
  • padronanza  anche elaborativa, interpretativa e creativa, di conoscenze che collegano contenuti diversi
  • dinamico: l’uso e la padronanza non sono l’unica espressione della competenza;
  •  la competenza racchiude in sé come oggetto non solo le conoscenze chiamate in causa, ma fattori conoscitivi: l’accettazione dello stimolo a farne uso, il desiderio di farlo, il desiderio di completare le conoscenze che si rivelassero, alla prova dei fatti, insufficienti e dunque lo stesso desiderio di aumentare la propria competenza.

Per capire a fondo questa definizione, occorre ricordare che, «Una conoscenza è, allo stesso tempo:

  • la rielaborazione di contenuti in modo autonomo, per raggiungere una meta;
  • il risultato di tale elaborazione.

Una conoscenza può coinvolgere uno o più contenuti» e che «Un contenuto è una porzione limitata di sapere, ristretta ad un certo àmbito e limitata ad un certo soggetto, un certo tema specifico, un certo elemento di tale sapere».

Da qui si evince che, in questa interpretazione:

  • la base della competenza è una porzione di sapere, un contenuto;
  • l’insieme di elaborazione del contenuto e il risultato di questa elaborazione costituiscono la conoscenza (che dunque è già di per sé dinamica e coinvolge l’allievo, più che l’insegnante);
  • le competenze «devono costituire un bagaglio (non tanto di nozioni, quanto delle abilità di risolvere situazioni problematiche, sapendo scegliere risorse, strategie e ragionamenti) per il cittadino».

Fonte:  Progetto di Ricerca dell’Unità di Bologna 2002-2003

dalle parole ai fatti

Come cambia l’Europa ? di conseguenza, cosa devono fare le amministrazioni per adeguarsi a questo mutamento e non farsi trovare impreparate? bene ! cogliere opportunità che questa nuova prospettiva offre.

In questo agile pensiero, partendo dalle proprie esperienze puntare sull’aggregazione concreta individuare i punti essenziali di questo percorso, che si sta rivelando come l’unico possibile per tutti i territori e, in senso più ampio, per tutte le comunità che vogliono guardare al futuro. E per farlo devono puntare su un modello di crescita che, come indicato dall’Unione Europea, sia “intelligente, sostenibile e inclusivo”.

L’obiettivo si traduce, nella pratica, del “governo con la rete”. Un nuovo modo di governare, è una necessità ed è una emergenza. Se vogliamo che il benessere delle nostre comunità non sia compromesso in modo irrimediabile da questa difficile congiuntura internazionale e da questa permanente conflittualità istituzionale e politica, è necessario agire immediatamente.

La competizione internazionale, la riforma del welfare, la salute dei nostri territori, il patto sociale che ci lega non possono aspettare i tempi indefiniti delle nostre amministrazioni, delle nostre abitudini relazionali comportamentali etc. né gli esiti delle nostre riforme normative.

Attivare e governare la rete si può e, onestamente, si deve. Occorre essere consapevoli di ciò che significa e delle necessità che comporta, ma l’unica cosa che davvero non possiamo permetterci è avere paura di non essere capaci e non credere più che le nostre amministrazioni, le nostre abitudini possano cambiare.”

La macchina comunale deve riorganizzarsi, aderendo e proponendo RETE anche nella sua struttura  per cogliere gli obiettivi, privilegiando un’organizzazione di rete  per processi tesa a coinvolgere tutti i cittadini concretamente, in un’ottica di progettazione ed attivazione di controllo processi decisionali e nella realizzazione di quelli operativi.

Questa innovazione, deve continuamente ha coniugare una coraggiosa visione del futuro con una attenta e costante gestione quotidiana delle risorse, nella convinzione che non esiste innovazione e non esiste rete senza la crescita umana e professionale dei lavoratori pubblici e privati.

SVILUPPIAMOCI !!!……… fai la tua parte….. NO SOLO CHIACCHIERE !!!!

CREARE I Settori sviluppo delle professionalità, volontariato, associazionismo e terzo settore. Centri di aggregazione giovanile. Collegamento Territoriale.

Queste ricerche di sensibilizzazione e modalità sono state scelte per far nascere nei più giovani il cambiamento, che può avvenire solo con il confronto e la partecipazione ovvero per le trasformazioni di norme e istituzioni su scala nazionale e locale, le tensioni e le contraddizioni che vi leggiamo ogni giorno; quale mezzo migliore dell’intervento tramite l’aggregazione per interagire è cercare più opportunità efficaci per dare indirizzi di crescita collettiva.

Questo è come interpretiamo una funzione di servizio, un affondo sulle parole chiave aggregazione e promozione, un’analisi del modello organizzativo interno ed esterno, assieme ad una ricca esemplificazione di come abbiamo sempre praticato queste idee.

Da soli non ci si salva !!   Immagine in linea 1

Nessuno si salva da solo”.

Essere a fianco di chi intraprende, opera e lavora, nel privato o nel pubblico, nelle forze dell’ordine, nella finanza o nell’esercito, a fianco di tutti quelli che fanno il loro dovere, per controllare costantemente, informando sul comportamento, le imprese e lavoratori, gruppi, partiti, movimenti e persone che operano nel servizio pubblico e privato.

AggreghiamoCi  l’ Ancora di salvezza !!!!!

 

 

Libertà – condizionamenti !!!!

Che scelte si possono operare quando ci sono forze gigantesche a influenzare la cultura e la libertà dei nostri sentimenti?

Possiamo parlare di libertà, di salvezza, di cambiamento, di emancipazione?

Con questi atteggiamenti cosa possiamo conoscere?

Che cosa dobbiamo fare?

In che cosa possiamo sperare?

Il vantaggio dell’azione in gruppo consiste nella possibilità di diventare un nucleo di aggregazione, una forza effettiva nella società.

Di contro lo svantaggio di costringere l’individualismo a compromessi ideali, visto la condivisione l’analisi di critiche e proposte.

Le forze che operano nella nostra società sono :

- forze economiche e finanziarie;

creano beni materiali o nuove forme organizzative dalle quali deriva un benessere diffuso  e dalle quali può derivare anche un utile a coloro che ne assumono la progettazione e la gestione; altre sono quelle che tendono a promuovere in primo luogo se stessi. Sicuramente vi sono molte sfaccettature intermedie.

Queste forze vanno assumendo caratteri di una vera cultura che pervade i sentimenti, le aspirazioni che crediamo nostre, in quanto originali e spontanee ma in realtà ci vengono introdotte da condizionamenti . Facendo un’analisi parlare di libertà richiede un ammirevole atto di coraggio.

Le religioni che sono considerate sistemi contraddittori di fede, si comportano come vere e proprie strutture sociali, capaci di esercitare un indiscutibile potere che, in quanto tale, può entrare in concorrenza o alternativamente in collaborazione con quelle economiche descritte.

Libertà da un regime politico o di pensiero sembrano caratterizzare le forze di contestazione. Sembrano formule vacue, ma obiettivi che, pur essendo sacrosanti, non possono essere raggiunti usando il metodo dell’enunciazione.

La capacità critica il confronto servono proprio a centrare l’obbiettivo.

Forse possiamo sperare di arrestare  la distruzione dell’ambiente nel quale viviamo, che torna utile soltanto a pochi privilegiati, di arrestarla prima di assistere impotenti al declino irreversibile della nostra specie.

Esprimi la tua opinione e partecipa al dibattito - Comitato spontaneo Trazzera Marina:

FARE RETE – Costituzione – Gestione – Operativita’

Contratto di Rete  Definizione

Il contratto di rete è per imprenditori che perseguono lo scopo di accrescere, individualmente e collettivamente, la propria capacità innovativa e la propria competitività sul mercato di rete, a collaborare in forme e in ambiti predeterminati attinenti all’esercizio delle proprie imprese, ovvero a scambiarsi informazioni o prestazioni di natura industriale, commerciale, tecnica o tecnologica ovvero ancora ad esercitare in comune una o più attività rientranti nell’oggetto  della propria impresa (art.3-c 4-ter d.l.n.5/2009)

Da soli non ci si salva !!  Nessuno si salva da solo”.

Nessuno si salva da solo. Da soli ci si può solo perdere. Ma anche in coppia. Anche se ci può essere e sembra che ci sia tutto ciò che basta, e invece non basta. È tutto qui. Il perché non basta, è il perché definitivo che non ha ancora una risposta definitiva, ma che ha comunque bisogno non di una risposta comoda e banale, che sarebbe fin troppo facile argomentare sul divano di casa o sul bancone del bar, sempre sotto casa, ma di una risposta che sia il più onesta possibile. Una risposta che ci ha rincorso e ci rincorre lungo tutta la durata della vita.

OPERATIVITA’  - NO –  IMMOBILISMO SOCIALE

È la tendenza a conservare lo stato di cose esistente opponendosi fortemente a qualsiasi cambiamento.

Un po’ come quando ci sono persone che vogliono imporre a tutti i costi le proprie idee e non intendono cambiare nulla nel loro modo di pensare /’agire.

Tutti coloro che sono interessati a voler intraprendere questa ENTUSIASMANTE  AVVENTURA  SENZA  DELEGARE O DEMANDARE ALTRI A SCEGLIERE PER LE PROPRIE ESIGENZE, possono rivolgersi :

 Alla Segreteria  tel. mob. 347-4629179      WEB- www.trazzeramarina.it     e-mail : comitato@trazzeramarina.it  

 

 

Centri di aggregazione giovanile. Perchè ?

Le trasformazioni che osserviamo nel mondo dei preadolescenti e adolescenti, così come in quello degli adulti di riferimento, i temi che più ci stanno a cuore e più ci preoccupano, le proposte puntuali , le modalità che dovremmo mettere a punto per aiutare i più giovani nel cambiamento, ovvero le trasformazioni di norme e istituzioni a cui assistiamo, su scala nazionale e locale, le tensioni e le contraddizioni che si leggono,  qua l’idea d’intervento del Comitato spontaneo Trazzera Marina  che ritiene più opportuno e più efficace dare le giuste opportunità di crescita.

1. Funzioni, pratiche, ruolo e strumenti:

Una sintesi di come intendiamo l’adolescenza, di come interpretiamo una funzione di servizio ad essa, un affondo sulle parole chiave aggregazione e promozione, un’analisi del modello organizzativo interno ed esterno, assieme ad una ricca esemplificazione di come abbiamo sempre praticato queste idee.

2. Il gruppo di lavoro:

 I servizi che abbiamo immaginato  in questo percorso di analisi e rielaborazione,  le persone che sposano quest’idea e vogliono portarla avanti devono scegliere di mettersi al fianco dei Comuni e dell’associazionismo – volontariato locali, con l’intento di sostenere le responsabilità ed i doveri dei primi e le vocazioni dei secondi.

Responsabilità e vocazioni alleatesi per perseguire la promozione e la realizzazione della rete dei servizi alla Persona: rete ridefinita e rifinanziata sull’intero territorio provinciale tramite l’adozione dei “Piani triennali di Zona”, ovvero dei piani regolatori dello Stato sociale.

Obiettivo della politica sociale del Comitato sul suo territorio è quello di concorrere a garantire più giustizia; quindi di concorrere a promuovere uno sviluppo socio-economico-territoriale che riconosca ed abbia rispetto per ogni Persona, che ricerchi e costruisca – a partire da chi non sa e può meno tutelarsi e realizzarsi – concrete opportunità di esercizio dei propri diritti.

Coerentemente sono divenuti obiettivi del Comitato porre cura alla rete dei servizi alla persona, ricercandone il rafforzamento e la qualificazione; partecipare alla ridefinizione ed alla realizzazione, di un’offerta stabile e continuata di servizi e prestazioni, capace di assumere e farsi carico delle tante, pesanti, situazioni di ingiustizia ed esclusione.

Rispetto a questi obiettivi la formazione, unita al lavoro di ricerca, studio e raccolta dati sulla rete dei servizi, nonché al lavoro dell’istituito Osservatorio sulle politiche sociali, assume un ruolo cruciale: di accompagnamento, riflessione e comprensione dei processi di trasformazione in atto e di sostegno tanto ai programmatori e decisori istituzionali (colleghi, sindaci, assessori, consiglieri), quanto alle persone impegnate nell’associazionismo e nel volontariato locali, nonché ai professionisti ed operatori dell’area sociale e a rilevanza sanitaria, affinché possano efficacemente svolgere i loro ruoli.